E così, non c’è più il monumento a Theodore Roosevelt davanti al museo di scienze naturali da lui fondato, più di un secolo e mezzo fa. Lui a cavallo, imponente, e un africano seminudo e un indiano con tanto di penne, a piedi, sotto la sua aura dominante e protettrice: «le torve popolazioni da poco conquistate, mezzi diavoli e mezzi bambini» di cui parlava l’ode al «fardello dell’uomo bianco» che Rudyard Kipling scrisse nel 1899, poco prima che Roosevelt diventasse presidente degli Stati uniti. E questo era quella statua: un monumento al fardello dell’uomo bianco, al diritto\dovere della razza dominante...