Le notizie che arrivano da Salisbury sul possibile avvelenamento dell’ex agente dei servizi russo Sergey Skripal, potrebbero far precipitare i rapporti tra Gran Bretagna e Russia in una crisi diplomatica senza precedenti. Al Cremlino lo hanno inteso subito. E così ieri di primo mattino il portavoce di Putin Dmitry Peskov ha convocato i giornalisti. «Ora capiremo come possa essere avvenuto un fatto così tragico» ha dichiarato. Peskov ha promesso nel caso Scotland Yard lo desideri, la piena collaborazione alle indagini, ma prevedendo che in giornata sospetti e accuse contro Mosca si sarebbero moltiplicate, ha sostenuto di avere «dubbi sulla pazienza degli inglesi di vedere come sono andate realmente le cose».

Poi con il passare delle ore le dichiarazioni dei politici russi si facevano sempre più dure. Secondo Andrey Lugovoy capo del comitato della Duma per la sicurezza, i britannici vogliono utilizzare l’incidente per costruire una provocazione contro la Russia a pochi giorni dalle elezioni presidenziali. Lugovoy ha accusato i britannici di «soffrire di fobie. Se succede qualcosa a un russo, viene immediatamente costruita una pista russa. Sono sicuro che i media inglesi cercheranno di creare uno scandalo svelando chissà quali intrighi dei nostri servizi». Questi ultimi non avrebbero più avuto interesse per Skripal: «I servizi segreti fondamentalmente osservano alcune regole non scritte. Skripal era stato condannato per tradimento, ma nel 2010 era stato graziato dal presidente russo ed estradato in Gran Bretagna in cambio di nostri agenti… Pertanto, c’erano accordi ben definiti tra i servizi: perseguitare chi è stato perdonato è un’assurdità» ha osservato ancora Lugovoy.

Per Kostantin Kosaev del Consiglio di Stato russo, le dichiarazioni di Boris Johnson sono «un’inaccettabile condizionamento delle indagini in corso». Kosaev ritiene che si sia di fronte a una «violazione dei diritto di “presunzione d’innocenza” e anche per Johnson ci dovrebbe essere un limite oltre il quale non spingersi».

In uno scambio di accuse tra Londra e Mosca che si è fatto rovente la portavoce del ministero degli esteri Marya Zacharova ha definito «barbarie» le dichiarazioni del ministro degli esteri della Corona . «Dichiarazioni inaccettabili, visto che anche la polizia non ha ancora dichiarato che si tratta di terrorismo», ha sottolineato la diplomatica.