Dei “migranti randagi” di Crotone ha parlato anche il Guardian nell’edizioni di ieri. E con un duro atto d’accusa contro la legge Salvini. La strategia della tensione del Viminale ha dato già i suoi frutti: 26 rifugiati che vagano per la città, in mezzo alle pozze stradali, dormono sotto un cavalcavia o nei pressi della stazione. Creano allarme, malgrado la loro indole pacifica. E sono “tutti vulnerabili psichici, avrebbero bisogno di cure e medicine” rileva la psicologa Valentina Castelli. Invece sono stati abbandonati fuori dal cancello del Cara di Isola Capo Rizzuto il 30 novembre. Soli, di sera, senza saper dove andare. Tra loro una famiglia con una bimba di 5 mesi.

Ventiquattro rifugiati in possesso del permesso umanitario, allontanati così su provvedimento della prefetta,Cosima di Stano che così ha dichiarato: «Io ho dovuto firmare ora tocca alla carità». E la “carità” ha organizzato per ora una valida accoglienza. La famiglia di tre nigeriani è accampata in una struttura della Cri, quattro ragazzi saranno ospitati dalla cooperativa crotonese Agorà. Per le donne vittime di tratta si verifica la possibilità di inserirle nel circuito antiviolenza. Gli altri, invece, sono umanità errante che vaga disperata.

Oggi però tutti in piazza per una fiaccolata con lo slogan «Crotone Resta umana», nel ricordo di Vittorio Arrigoni. «Analizzando questi tempi, il futuro pronuncerà la sua sentenza inappellabile, di come l’odio fosse il sentimento più puro, e il livore verso il diverso fosse il collante di intere masse di uomini. Restiamo umani» scriveva il mediattivista comasco sulle pagine di questo giornale. E Crotone vuol restare umana.