La Francia continua a essere in prima linea nella mobilitazione a favore di Oleg Sentsov, il regista ucraino arrestato e condannato nel 2015 a vent’anni di reclusione con l’accusa di terrorismo dal governo russo – secondo gli investigatori stava preparando degli attentati in Crimea, il suo paese natale, e era coinvolto in un traffico di armi. Gli avvocati difensori del regista hanno respinto tutte le accuse sostenendo che le testimonianze raccolte contro di lui tra i suoi presunti «complici» sono state ottenute con le minacce se non con l’uso della violenza fisica.

Sentsov il 14 maggio scorso ha iniziato in prigione lo sciopero della fame, giunto al 125° giorno, e secondo i suoi avvocati è ormai in condizioni fisiche molto critiche. La sua immagine con la richiesta alle autorità russe di una immediata liberazione accompagnava le proiezioni della scorsa edizione della Quinzaine des realisateurs di Cannes, ma anche della Berlinale, a suo favore sono intervenuti moltissimi tra attori, registi, scrittori e giornalisti russi e in tutti il mondo. Si è mosso anche il presidente francese Macron discutendo la questione più volte – ma invano – con Putin.

Ieri un gruppo di cineasti e intellettuali d’oltralpe, coordinati da Christophe Ruggia, co-presidente della Sfr, la Società dei registi francesi (che è capo della Quinzane des Realisateurs) ha lanciato una nuova iniziativa, una catena di scioperanti della fame che si alterneranno fino alla liberazione di Sentsov e degli altri detenuti ucraini.

Per questo è stata montata una tenda, di fronte all’ambasciata russa a Parigi, in boulevard Lannes, nella quale ogni giorno alle 9 del mattino prenderà posto una personalità che passerà il testimone, ventiquattro ore più tardi a qualcun’ altro. Decine di registi,scrittori, politici, filosofi, attori, attivisti hanno già dato la loro disponibilità per partecipare all’iniziativa, i nomi con l’intenzione di mantenere la «suspence» saranno rivelati solo all’ultimo momento.