Jamilah King è editorial director della storica testata della sinistra americana Mother Jones, ha lavorato alla scrittura di programmi televisivi come United Shades of America, e da anni segue Kamala Harris. L’abbiamo raggiunta al telefono per parlare degli ultimi colpi di scena nella politica americana.

Cosa pensa della decisione del presidente Joe Biden di farsi da parte?
Credo non sia una sorpresa visto il fervore delle ultime settimane, dopo la sua performance al dibattito. I report dei media hanno chiarito che buona parte della base democratica pensava che non fosse in grado di tenersi abbastanza in salute da battere Donald Trump. Ma ancor più di questo credo desiderassero una figura più galvanizzante, che aiutasse a unire il partito. E fino a ora quel tipo di energia non c’è stata. Ora vedremo se Kamala Harris riuscirà a suscitarla e se riuscirà a unire le varie fazioni dem.

Quindi vede la candidatura di Harris come un dato ormai acquisito?
Nulla è un fatto certo nella politica americana delle ultime settimane. Ma abbiamo visto molti dei principali contendenti democratici, che potrebbero aspirare alla nomination, dire che non si candideranno. Anche Gavin Newsom (governatore della California, ndr). Tuttavia non è una certezza che Harris sia la candidata. Lei stessa, nella sua dichiarazione di domenica, ha detto che se si guadagnerà la nomination. Credo che questo metta molta pressione sulla Convention democratica del mese prossimo a Chicago. Vedremo: sarà una situazione senza precedenti.

Nel suo articolo su Harris mette l’accento su quando da procuratrice distrettuale di San Francisco rifiutò di chiedere la pena di morte per l’assassino di un poliziotto.
Nei primi anni 2000 a San Francisco l’omicidio di un poliziotto, Isaac Espinoza, da parte di un ragazzo (il giovane afroamericano David Hill, ndr) è stato in qualche modo il primo test della leadership di Harris da procuratrice distrettuale. All’epoca, anche in una città liberal come San Francisco, il dibattito sulla pena di morte era molto diverso. Ed era dato per scontato che, specialmente per la morte di un poliziotto, si sarebbe cercata la massima pena possibile. Lei ha deciso di non farlo. La reazione è stata molto forte: anche la senatrice dem Dianne Feinstein ha preso duramente posizione contro la sua scelta. E Harris ha perso molto del suo sostegno nelle forze di polizia. Credo che questo indichi un filo rosso nella sua carriera in cui si scontrano i suoi doveri nel law enforcement e il movimento per un giusto sistema penale, che negli ultimi vent’anni è molto cambiato.

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Il tema principe della sua campagna elettorale resta però il diritto all’aborto.
Harris ha preso posizioni molto forti sui diritti riproduttivi. Si è fatta portavoce dell’argomento, che coinvolge fortemente la maggioranza delle donne democratiche, specialmente dopo la sentenza della Corte suprema che abolisce il diritto federale all’Ivg. Quindi non solo si tratta di un tema per vitalizzare la base democratica, ma potenzialmente per portare al partito nuovi voti, o i voti di dei più giovani, finora rimasti scettici. E questo è preoccupante: che il partito non abbia una base vitale.

La Gen Z, tra meme e endorsement, sembra però aver subito reagito positivamente all’eventualità della candidatura Harris. Cosa ne pensa?
È più giovane di Biden, quindi ha una parte di elettorato più naturalmente “allineato” con lei. E credo che la sua campagna, e la sua famiglia, ne abbia tratto profitto. Sua nipote, Meena Harris, è una influencer molto attiva online. C’è una sorta di comprensione reciproca fra la sua campagna e i più giovani. Credo sarà interessante vedere se saprà prendere molte delle cose che stanno circolando con ironia, come il meme dell’albero di cocco (riferito a un suo vecchio discorso in cui parlava dei più giovani che «non sono caduti da alberi di cocco» ma devono essere consapevoli della storia che li precede, ndr). È qualcosa che contraddice le sue tendenze più perfezioniste, da procuratrice focalizzata sul non sbagliare, e per la quale è quindi difficile fare una gaffe che diventa un meme. Charli Xcx (giovane popstar, ndr) l’ha chiamata «brat», che a quanto pare è un forte endorsement politico! È qualcosa che non accadeva con Biden. La speranza è che riesca a continuare su questa strada.

 Jamilah King
Jamilah King

Cosa pensa del suo primo discorso alla Casa bianca?
È stato un po’ bizzarro, in programma c’era già un suo discorso alle atlete ed è capitato che fosse il primo dall’endorsement di Biden. Ma credo abbia detto tutte le cose giuste: ha reso omaggio ai 50 anni di servizio in politica del presidente, e lo ha fatto in un contesto importante. Parlava ad atlete femminili nel momento dell’ascesa della Wnba (il basket femminile Usa, ndr), a pochi giorni dalle Olimpiadi e in un momento importante per le atlete di tutto il mondo. Ed è un ambito in cui può ricevere il sostegno delle donne che si sentono gravemente sotto attacco da parte di questo ticket repubblicano reazionario.

Chi pensa sarebbe il vice ideale?
Un ticket interamente al femminile sarebbe ottimo, ad esempio con Gretchen Whitmer. Ma i calcoli politici in ballo sono tanti: per cui forse Mark Kelly dell’Arizona sarebbe un buon candidato, per ampliare il suo appeal. Era una delle preoccupazioni della squadra di Biden: che Harris non avesse abbastanza appeal. Credo sia importante scegliere qualcuno in grado di parlare agli elettori bianchi e maschi.

Una cosa di cui non si è parlato spesso è l’impegno di Harris, da vicepresidente, nella riduzione della violenza armata, per esempio nelle sue diverse iniziative con la Takeoff Foundation (Takeoff è un rapper di Atlanta ucciso da un colpo di pistola, ndr).
È un tema su cui è specialmente qualificata per via della sua carriera come procuratrice. Ha familiarità con la violenza armata negli Stati uniti, e mentre i mass shooting ricevono molta attenzione, tantissimi americani ne fanno esperienza come violenza interpersonale nelle loro comunità. Harris ha alle spalle una carriera di processi su casi simili e questo la mette in una posizione perfetta per sostenere la gun safety. Vedremo come agirà.