Sembrano passati molto più di 15 anni da quando Lula, appena eletto presidente del Brasile, di fronte alla folla enorme di partecipanti al Forum Sociale Mondiale, a Porto Alegre, assicurava che non avrebbe potuto fallito. Perché, spiegava, il suo era il trionfo non di un singolo individuo, ma di un popolo: il frutto della coscienza politica della classe lavoratrice brasiliana. Nessuno, allora, avrebbe potuto sottrarsi all’esaltante sensazione che la presenza di un ex metallurgico alla guida dell’ottava potenza industriale del mondo esprimesse finalmente l’inizio di un’inversione di rotta, la prima curva ascendente della sinistra dalla caduta del Muro di Berlino....