Dovendo individuare un modello per questa raccolta noir di Giulia Sara Miori, Neroconfetto (Racconti edizioni, pp. 261, euro 15), la scelta cadrebbe su Edgar Allan Poe. Nella misura di questi testi, per lo più brevi, nella scelta di voler comunicare prima di tutto l’inquietudine e il perturbante, i racconti di Miori rievocano quelli del grande autore statunitense.

IL MONDO DARK di cui scrive Miori è molto vario: protagoniste e protagonisti sono bambine, uomini di varia età, spesso delle donne sole. Anche il punto di vista della narrazione è mutevole: ci sono svariati testi scritti in terza persona e altri in prima. In questi ultimi è possibile rintracciare delle caratteristiche trasversali, tra cui l’esperienza di una solitudine invincibile e la certezza che l’incontro con il mondo e con gli altri è fonte di angoscia e foriero di morte. In «Capelli», per esempio, l’assenza della punteggiatura e la scelta di una sintassi sincopata trasmettono l’ansia e il senso di inadeguatezza dell’io narrante, di fronte a un parrucchiere, che le impone un taglio di capelli che secondo lui è necessario per riportare ordine, mettendo fine agli esperimenti di decolorazione e tinte assurde, che sono solo la prova dell’insicurezza della protagonista, nonché della sua incapacità di prendersi cura di sé. Il racconto è costituito da una scena unica, in un salone per capelli appunto, in cui il crescendo psicotico conduce l’io narrante a vivere l’esperienza della mutilazione. Lo sfociare della violenza in questo contesto apparentemente innocuo rappresenta la cifra della visione di Miori: il male pervade le esistenze, le travolge, manifestandosi a volte sotto forma di crimini o incidenti e a volte come presenza fantasmatica, imprendibile, terrificante.

In «La padrona di casa», la protagonista ha deciso di andare a vivere da sola dopo anni di appartamenti condivisi. La nuova sistemazione le piace, eccezion fatta per un gatto di ceramica che la ex inquilina non ha portato via e che si scopre, poi, appartenere alla padrona di casa. La donna, che abita al piano superiore, invade la vita della protagonista dal primo giorno, di conseguenza il tentativo di conquista della libertà, compiuto lasciando la casa in condivisione, si trasforma in una perdita della propria intimità e del sonno.

AL CENTRO DELLA RACCOLTA c’è la morte. Non casualmente il racconto conclusivo descrive il ritorno di una ragazza, Claire, che si ritrova desta, fuori dalla propria tomba. Ricorda di essere morta in un incidente stradale e che alla guida dell’auto c’era Thomas, il ragazzo di cui era innamorata, mentre sui sedili posteriori due sue amiche del liceo. La ricerca che il fantasma di Claire fa, portandosi addosso per la città un potente odore di marcio, è una ricerca del tempo: quanto ne è trascorso da quando lei non è più? Il messaggio che Miori sembra volerci consegnare è che non esiste via di scampo, non è possibile sfuggire alla moira.

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La presentazione al Salone del Libro di Torino sabato 16 alle 14.30 allo Spazio Foyer; con l’autrice ci sarà Giusi Marchetta.