Anche il porto della città di Santander sarà presto inespugnabile ai migranti. Non parliamo di una delle enclavi spagnole in Marocco, Ceuta e Melilla, ma della capitale della Cantabria, nel nord della Spagna, una città lontana dalla pressione migratoria del sud. Una pressione che peraltro continua inarrestabile: domenica più di 200 migranti sono penetrati nella città di Melilla in pieno giorno e senza violenza, e uno di loro è morto dal lato spagnolo durante l’operazione (secondo il governo, per un’anomalia polmonare congenita). Ci sarebbe stata anche un’altra vittima dal lato marocchino. Mentre ogni giorno centinaia di persone sbarcano sulle coste andaluse (solo lunedì, la guardia costiera spagnola, Salvamento Marítimo, ne ha portate in salvo più di 500).

Santander non deve gestire questi numeri, ma ha comunque deciso di erigere un muro contro quei migranti – secondo le autorità portuarie, soprattutto albanesi – che penetrano nella zona del porto e cercano di imbarcarsi clandestinamente sulle navi che salpano alla volta del Regno Unito. Anche il porto della vicina Bilbao, nei Paesi Baschi, ha lo stesso problema. La valla anti-immigrati sarà alta 4 metri e difficilmente scalabile. Secondo le autorità, quest’anno 568 migranti hanno tentato di penetrare nel porto cantabrico, ma a raggiungere le coste inglesi sono stati solo una manciata (quattro da luglio, e nessuno nell’ultimo mese).

Il pugno di ferro del governo Sánchez sui migranti però è ancora più evidente nella gestione della situazione al sud. 55 dei migranti arrivati domenica a Melilla sono stati rimandati in fretta e furia in Marocco. Gli avvocati volontari che domenica sono accorsi ad aiutare i nuovi arrivati non hanno neanche avuto il tempo di parlarci perché il governo aveva già pronta l’espulsione, senza che neppure potessero essere visitati da un medico: un procedimento al limite della legalità criticato da ong e organizzazioni internazionali, nonché dal Defensor del Pueblo (il difensore civico spagnolo).

Non è la prima volta che il governo Sánchez rimanda in Marocco migranti senza aver dato loro il tempo di chiedere asilo. In agosto lo aveva fatto con 116 africani arrivati a Melilla. Ma dal 2014 la pratica si svolge regolarmente con i migranti che approdano sulle isole di sovranità spagnola lungo le coste marocchine. L’ultima volta sabato scorso: 24 persone approdate nel minuscolo arcipelago delle isole Chafarinas, immediatamente rimpatriate.

Quest’anno hanno raggiunto le coste spagnole 43.500 profughi, facendo della Spagna il primo paese recettore in Europa. Altre 5.200 hanno attraversato la frontiera di Ceuta e Melilla. Per contrastare questi arrivi la Commissione europea ha concordato un pacchetto di finanziamenti (140 milioni di euro a breve termine) al Marocco.