Dal 16 al 19 maggio si terrà a Lecce la quinta edizione di Sabir, Festival diffuso delle Culture Mediterranee.
Sabir è stata, per molto tempo, e fino all’inizio del ‘900, la lingua comune dei marinai in tutti i porti del Mare Nostrum. Una lingua mediterranea, che fondeva insieme parole greche, italiane, arabe, spagnole, francesi e non solo.
Quel mare oggi è, purtroppo, una barriera, una frontiera di morte, dove i cadaveri si contano a migliaia.

Una barriera che è diventata il carattere principale dell’identità europea, oramai vista sempre più come spazio di negazione dei diritti di alcuni, di esclusione e discriminazione. Governi e istituzioni europee fanno a gara a dividere, bloccare, respingere, esternalizzare le frontiere. Per interessi di potere o incapacità di trovare un’alternativa credibile.

Queste le ragioni che ci hanno spinto, 5 anni fa, nell’ottobre del 2014, a un anno dalla strage di Lampedusa con i suoi 368 morti, a promuovere uno spazio internazionale di scambio, formazione e iniziativa della società civile dei Paesi del Mediterraneo e non solo. La necessità di un’alternativa civile alla cultura dominate di dominio ed esclusione, anche attraverso la ricostruzione di un linguaggio comune, a partire dalle organizzazioni sociali, dai movimenti e dalle reti internazionali, di mondi e culture diverse, che hanno in comune la volontà di tutelare i diritti umani e la dignità delle persone.

L’Arci, insieme a Caritas italiana, Acli e Cgil, con la collaborazioen di Asgi, A Buon Diritto e Carta di Roma, con la presenza di molte reti e organizzazioni nazionali e internazionali, organizza per 4 giorni più di 80 eventi.

Un appuntamento che anche quest’anno ha ottenuto il patrocinio della Rai e dell’Anci, oltre che del Comune e della Provincia di Lecce, della Regione Puglia e di Unisalento.
Seminari formativi rivolti a giuristi, giornalisti, operatori sociali e operatori dell’accoglienza. Incontri internazionali ai quali prenderanno parte centinaia di militanti, studiosi e rappresentanti delle istituzioni, soprattutto locali.

La presenza di numerosi rappresentanti della società civile delle due rive del Mediterraneo e di reti internazionali – Solidar, Migreurop, EuroMedRights, Tni, Attac Francia, Forum Civico Europeo, Attac Internazionale, il progetto Majalat, tra le altre – ha come obiettivo proprio la riflessione sull’urgenza di una reale alternativa politica, culturale e sociale nel bacino del Mediterraneo. La novità della quinta edizione del Festival saranno le «lezioni mediterranee» che si svilupperanno come approfondimenti su temi specifici legati al Mediterraneo, la sua storia, le sue tradizioni, la sua cultura e il Mercato del Mediterraneo, in collaborazione con la Fondazione Slow Food per la Biodiversità.

Come nelle scorse edizioni l’offerta culturale, i laboratori, i concerti, la presentazione di libri, il cinema e le mostre, rivolti soprattutto al pubblico del Salento, oltre che agli ospiti che arriveranno da tutta Italia, dall’Europa, dall’Africa e dal Medio Oriente, rappresenteranno quella volontà di costruzione di un linguaggio comune già in atto.
La collocazione temporale – dal 16 al 19 maggio – ci consente un forte richiamo alla riflessione sull’Europa e il suo ruolo nel Mediterraneo.

L’alternativa ha bisogno di spazi collettivi dove confrontarsi e avanzare proposte, e Sabir vuole essere questo, uno spazio aperto a chiunque senta il disagio di una realtà sempre più chiusa e priva di alternative. E’ possibile trovare il programma del festival sul sito www.festivalsabir.it
* responsabile immigrazione Arci nazionale