Putin, dopo essersi allontanato dagli impegni di politica estera per qualche tempo, è stato costretto precipitosamente a ritornare nell’arena internazionale. Non più di 36 ore fa è volato ad Ankara per un incontro lampo con Erdogan al fine di mettere a punto la comune strategia dopo l’offensiva anti-iraniana di questi giorni.

E ieri mattina ha avuto una telefonata con Angela Merkel a proposito della situazione in Ucraina.

I DUE SI SONO DICHIARATI «convinti della necessità di accelerare il processo di pace nel Donbass» ma con un occhio puntato su «North Stream 2», la nuova pipeline che porterà il gas russo Germania dal 2019: se i due non porteranno a casa risultati sull’Ucraina, difficilmente a Bruxelles riusciranno a superare i veti di Polonia e paesi baltici al progetto.

SULLA CRISI UCRAINA si registra da tempo uno stallo nelle trattative per implementare i protocolli di pace di Minsk, in ghiaccio dal 2014. Per superare i veti contrapposti fu costituito un gruppo di contatto di cui fanno parte che oltre Russia e Ucraina anche Germania e Francia, il cosiddetto «Formato Normandia». In 4 anni il gruppo è riuscito a raggiungere solo lo scambio dei prigionieri «all to all» tra le due parti in conflitto. In realtà non più di 8 mesi fa, dopo una telefonata Putin-Merkel si era pensato di poter far quadrare il cerchio: la Russia avrebbe presentato una rivoluzione Onu in cui si proponeva di dislocare un contingente Osce di interposizione non solo al confine tra Donbass ucraino ma anche all’interno di tutto il territorio controllato dai secessionisti. UN UOVO DI COLOMBO che aveva fatto dire all’allora ministro degli esteri tedesco Sigmar Gabriel che «era tempo di iniziare a togliere le sanzioni contro la Russia». L’accordo poi abortì per l’intransigenza ucraina sostenuta dagli Usa che pretendevano truppe Osce anche al confine tra Russia e repubbliche «ribelli». In modo irrituale il 10 maggio il «Formato Normandia» si è riunito ad Aquisgrana senza la presenza della Russia.

Qui Merkel, Macron e Poroshenko avrebbero definito una nuova proposta da sottoporre a Putin, che verrà illustrata a quest’ultimo negli incontri già in agenda tra pochi giorni. Ma c’è ben poco ottimismo al Cremlino. Ad Aquisgrana i 3 leader hanno anche discusso l’imposizione di sanzioni contro la Russia per lo svolgimento delle elezioni presidenziali russe in Crimea del 17 marzo.

TIEPIDA SU NUOVE MISURE anti-russe Merkel, non così Macron da sempre convinto sostenitore della linea dura con Mosca. Ricambiato da Putin con la stessa moneta. Durante il suo discorso alla parata del 9 maggio, facendo un riferimento neppure tanto obliquo alla Francia ha sostenuto: «i nostri figli saranno sempre orgogliosi del coraggio del popolo sovietico, che non si tirò indietro, che non si prostrò davanti a un nemico feroce, quando alcuni stati preferirono la vergogna della capitolazione, del compromesso ipocrita o della cooperazione diretta con i nazisti».