Resta incerta e confusa la situazione a Kiev. Lo scontro che oppone il presidente Petr Poroshenko all’opposizione guidata da Michail Saakashvili non conosce pause. L’ex presidente della Georgia è rientrato in estate illegalmente in Ucraina e ha costituito il “Movimento delle Forze Nuove”. Arrestato all’inizio di dicembre con l’accusa di aver intascato dei finanziamenti per il suo partito dalla Russia, è tornato qualche giorno fa in libertà dopo che il tribunale di Kiev non ha convalidato il suo arresto.

Una nuova svolta clamorosa del suo caso che dimostra quanto sia andato avanti lo scontro tra i poteri dello Stato nel paese slavo.

Appena liberato Saakashvili ha indetto una nuova manifestazione “anti-sistema” nel centro della capitale. Domenica, al termine di una marcia a cui hanno partecipato malgrado il freddo intenso che sta investendo l’Ucraina, oltre 10.000 persone, Saakashivili ha sostenuto di essere “sicuro che il caso intentato contro di me e il mio arresto siano opera congiunta dei servizi russi e ucraini”.

Saakashvili però, nel suo comizio, non ha più rilanciato la richiesta di impeachment per Poroshenko. Ha proposto invece “di giungere a dei negoziati tra tutte le forze politiche dell’Ucraina, inclusa l’amministrazione del presidente, con l’obiettivo di farla finita con il sistema di potere oligarchico”. Una linea appoggiata anche dall’opposizione parlamentare guidata dalla celebre leader della “rivoluzione arancione” del 2004, Yulya Timoshenko. Secondo voci che circolano insistentemente in queste ore, la ex premier ucraina avrebbe incontrato l’ambasciatore americano, per cercare di trovare una via d’uscita alla crisi. I deputati del “Blocco Poroshenko” hanno respinto però l’avance. La deputata Irina Friz, sostenitrice del presidente in carica, è tornata a chiedere “l’espulsione immediata” e la consegna alle autorità georgiane di Saakashivili, che ne hanno già da tempo chiesto l’estradizione.

La mano tesa a Poroshenko è più che altro una mossa tattica, visto che il conflitto ormai è destinato a durare nel tempo. Che le mielose parole di Saakashvili fossero solo di circostanza è stato chiaro al termine della manifestazione.

Il leader del “Movimento delle Forze Nuove”, con alcuni di centinaia di militanti armati di sbarre e scudi di ferro si sono diretti verso il “Palazzo Ottobre”, dove sono ospitati gli uffici di istituzioni pubbliche e culturali, tentando di occuparlo con la forza. Per la polizia Saakashvili avrebbe voluto far diventare l’edificio la sede del suo quartier generale.

Le forze dell’ordine hanno risposto con dure cariche e fitto lancio di lacrimogeni. Gli scontri sono durati più di un’ora e infine, verso sera, Saakashvili e suoi sostenitori sono stati respinti.
La polizia ha poi comunicato ieri che i feriti negli scontri sono stati 60 di cui 15 sono stati ospedalizzati, un agente è stato colpito da un colpo d’arma da fuoco.