L’incriminazione di un ex presidente capace di organizzare un tentativo di colpo di stato non è un evento di normale routine, e in vista di questa sempre più solida eventualità, le forze dell’ordine di New York si stanno preparando per un arresto che non ha precedenti, e che necessità di piani di sicurezza mai attuati prima. Negli Usa, e specialmente a New York, dove si svolge il processo, circolano poche certezze, e gli stessi media sottolineano come questo clima incerto sia stato creato, ancora una volta, dallo stesso Trump. Verrà davvero arrestato? Quando? Ci sarà una sollevazione sul modello del 6 gennaio?

PER LA LEGGE di New York i passaggi di routine in caso di arresto sono quelli visti in migliaia di film, ma è difficile immaginare le forze dell’ordine leggere a un Trump ammanettato il Miranda Warrant, l’”avvertimento” standard con cui si comunica all’arrestato che ha il diritto di rimanere in silenzio e di chiamare un avvocato. È difficile anche capire perché questo caso che riguarda Trump e la pornodiva Stormy Daniels sia diventato così prioritario proprio adesso. All’interno dell’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg, l’indagine su Daniels era stata definita il caso «zombie», in quanto sembrava un caso morto solo per essere resuscitato più volte nel corso degli anni. L’ufficio di Bragg è una posizione elettiva, e secondo il Gop se dovesse procedere con un processo contro Trumpsarebbe solo un tentativo del procuratore democratico di assicurarsi la rielezione. Per i dem, invece, se Trump ha infranto la legge, Bragg ha il dovere di portare avanti il caso e rassicurare gli americani sul fatto che “nessuno è al di sopra della legge”, come viene ripetuto ormai da anni.

GIÀ DOMENICA la base di Trump si è mobilitata e ha iniziato ad organizzare manifestazioni in supporto alleader, ma in modo molto meno spavaldo rispetto al passato. Il New York Young Conservative Club, il principale gruppo di giovani di destra del partito repubblicano, molto attivo in rete, ha chiamato i propri membri a raccolta per una manifestazione il cui luogo è stato rivelato solo cliccando su un link talmente ben nascosto da essere quasi impossibile da trovare. Altri gruppi si sono affidati più che altro al passaparola su chat Telegram private.

L’ATTIVISTA ALT-RIGHT Jack Posobiec ha chiesto ai sostenitori di Trump di lanciare uno sciopero, e ritirare in massa i soldi dalle banche nel tentativo di danneggiare il sistema finanziario. Altri hanno diffuso sui social media il numero di telefono dell’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg.
A New York, dove l’ex presidente nel 2016 ha preso meno del 20% dei voti contro una non propriamente amata Hillary Clinto, è difficile organizzare una corposa manifestazione pro Trump. Ma il discorso è diverso in Florida, stato ben più di destra, dove il tycoon ha spostato la propria residenza. Una chiamata a manifestare in Florida non ha bisogno di supporter che arrivano da altri stati, e si aspettano infatti cortei e marce a Mar-a-Lago, davanti al resort di proprietà di Trump.

GLI OCCHI SONO PUNTATI sulla Florida anche per altre ragioni: in caso di condanna il tycoon dovrebbe essere tecnicamente estradato da uno stato all’altro, e firmare questa estradizione è compito del governatore: il rivale di Trump alle primarie 2024 Ron DeSantis. Il consigliere di Trump e Ceo del social di ultra destra Gettr Jason Miller, ha chiesto pubblicanente più volte perché DeSantis debba ancora pronunciarsi su tutta questa storia, e perché non si sia già schierato a favore di Trump. Altri esponenti di destra sono andati anche oltre, e chiedono che il governatore prenda posizione non solo a parole, ma con truppe, fucili e forze dell’ordine per impedire qualsiasi arresto.