Il numero verde per le emergenze del Maryland, a seguito delle affermazioni di Trump, ha ricevuto più di 100 chiamate riguardanti l’ingestione di disinfettante.

La Maryland Emergency Management Agency ha dovuto twittare: «Questo è un promemoria per ricordare che in nessun caso qualsiasi prodotto disinfettante deve essere somministrato nel corpo attraverso l’iniezione, l’ingestione o qualsiasi altra via».

Anche Scott Gottleib, ex amministratore della Food and Drug Administration ha affermato in una nota che «non esiste alcuna circostanza» in cui una persona debba iniettarsi un disinfettante, mentre la società che produce Lysol ha pubblicato su ogni canale social un avvertimento contro l’ingestione dei suoi prodotti.

Questo susseguirsi di comunicati sarebbero apparsi surreali se il presidente non avesse suggerito in diretta Tv, durante il briefing sul coronavirus, di iniettare candeggina negli organi interni dei pazienti per ammazzare il virus.

Quest’ultima è stata solo la più destabilizzante delle affermazioni di Trump, che per settimane ha dipinto come miracoloso un mix di farmaci tanto da costringere la Food and Drugs Administration, ha emesso un avvertimento in quanto potrebbero causare anomalie del ritmo cardiaco nei pazienti con coronavirus e «in alcuni casi la morte».

La Fda ha affermato che i farmaci devono essere utilizzati solo in studi clinici o negli ospedali, sotto supervisione, mentre Trump aveva invitato ad assumerli liberamente in quanto «se già sei malato non hai niente da perdere».

Proprio per via di tutta questa sequela di affermazioni a casaccio, sembra che Trump sia stato consigliato di interrompere i briefing quotidiani sul coronavirus, ormai diventati dei comizi elettorali.

Per convincere The Donald a smetterla con gli appuntamenti giornalieri il suo staff gli avrebbe fatto notare che i briefing stanno inflazionando la sua immagine, e che sospenderli trasmetterebbe anche un messaggio di normalizzazione; con i sondaggi sul suo gradimento tornati in discesa libera, pare che Trump si sia convinto.

Infine, non c’è ancora niente di sicuro ma sembra che anche il Pentagono si sia convinto ad accettare la richiesta del capo delle operazioni della Us Navy il quale ha chiesto di reintegrare il capitano Brett Crozier come comandante della Uss Theodore Roosevelt. Crozier era stato licenziato in quanto reo di avere scritto una lettera ai superiori sollevando preoccupazioni, rivelatesi più che fondate, sulla diffusione del coronavirus sulla sua nave.