Durante il discorso di Trump di accettazione della nomina come candidato alle elezioni presidenziali del 2024, i repubblicani hanno esultato quando il tycoon ha ripetutamente affermato che Dio è il suo sostenitore numero uno. Ai fedeli elettori riuniti alla convention repubblicana di Milwaukee, tutto questo non sembrava un’esagerazione, e non solo perché il loro candidato alla presidenza è sopravvissuto a una pallottola che lo ha mancato di pochi millimetri, ma anche perché Trump sta vivendo un periodo di fortuna straordinaria, in cui gli va tutto bene, ma che potrebbe finire presto, e non solo a causa del possibile ritiro di Joe Biden.

Nel suo discorso Trump ha mostrato di essere il peggior nemico di se stesso.

DURANTE I 4 GIORNI di convention perfino i sostenitori più entusiasti di Nikki Haley, che aveva definito l’ex presidente «instabile e caotico», si erano schierati con l’ex ambasciatrice Usa all’Onu nell’offrire a Trump un appoggio «forte», e totale. Tutti hanno fatto la loro parte, un intervento dopo l’altro, acclamando Trump, definendolo «un eroe», «un duro», «un campione», «un gladiatore» e un «americano vero». Il reverendo afroamericano Franklin Graham ha dichiarato: «Sabato scorso a Butler, in Pennsylvania, il presidente Trump ha avuto un’esperienza di pre-morte, non c’è dubbio. Ma Dio gli ha risparmiato la vita». L’aspettativa era che Trump nel suo discorso si lanciasse in qualcosa di epico.

Invece ha fatto un intervento sconclusionato di 93 minuti (il più lungo discorso di accettazione della storia) che è stato «molto più sommesso del solito», come ha osservato l’Associated Press, oltre che particolarmente erratico. L’ex presidente ha fatto così tante digressioni in direzioni scollegate fra loro che i tecnici che gestivano il suo teleprompter hanno faticato non poco a tenere il passo, e comunque senza successo.

L’effetto di questo discorso è stato quello di ridimensionare la forza del tycoon e in molti il giorno dopo lo hanno definito «tutto tranne che imbattibile».

IL TONO DI TRUMP è stato per lo più monotono e basso, in un discorso estremamente autocelebrativo, copiato dai suoi comizi altrettanto confusi, inclusi anche gli strani riferimenti al serial killer Hannibal Lecter: «Il defunto, grande Hannibal Lecter. Gli piacerebbe averti a cena».

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Il Washington Post ha analizzato e pubblicato i livelli di volume all’interno del centro congressi durante i 92 minuti del discorso, che mostra una parabola di entusiasmo discendente da parte del pubblico. Verso la fine del discorso, si è sentita una delegata dell’Illinois gridare: «Concludi tutto, Don!». «Una delle performance davvero terribili e più autoindulgenti del nostro tempo» hanno scritto gli opinionisti del New York Times, mentre l’ex, e più famoso, consigliere di Obama, David Axelrod, ha dichiarato che il discorso di Trump «è stato la prima cosa buona capitata ai democratici questa settimana».

LA STESSA FOX NEWS ha riportato le parole del commentatore ed ex funzionario dell’amministrazione Obama Van Jones, che ha affermato: sono stati i democratici a «schivare un proiettile» dopo che Trump ha concluso il suo discorso di accettazione. Secondo Jones i democratici non avrebbero lasciato Biden finire un discorso «così incoerente, così sconclusionato» e «così indisciplinato». «Trump aveva il mondo intero nelle sue mani – a detto Jones riferendosi all’impennata politica dell’ex presidente dopo il tentato omicidio – Se fosse rimasto fedele a quel messaggio di unità, avrebbe potuto causare molti problemi, ma non riesce proprio a trattenersi». Prima dell’intervento di Trump di giovedì, Jones aveva affermato che l’energia alla convention repubblicana di questa settimana era paragonabile a quella che aveva visto quando l’ex presidente Obama era stato nominato per la prima volta, nel 2008. «Trump ha preso quella che era la convention più energica di sempre e l’ha seppellita nella noia».