Una campagna elettorale spericolata, ricca di parole forti, di insulti e di disperate ricerche di consenso, terminata con ululati al seggio di New York, dove il tycoon ha votato. Le imponenti misure di sicurezza non hanno impedito che centinaia di manifestanti lo aspettasse al varco, per urlargli un traumatico «New York ti odia!».

Dal marciapiede opposto, però, secondo le cronache cittadine, si sarebbero levati degli applausi, in particolare da parte di una mezza dozzina di muratori al lavoro, sui cui caschi spiccavano adesivi inneggianti al tycoon.

Donald Trump fino all’ultimo ha provato a convincere le persone a votarlo, accusando anche gli ultimi sondaggi di essere falsi e volutamente pilotati, per favorire la sua avversaria. Comunque vada, Trump ha messo del suo per passare come poco affidabile. Addirittura il suo staff gli ha inibito l’utilizzo del social network, offrendo sul un vassoio d’argento la battuta al presidente uscente, Obama.

Quest’ultimo ha infatti stigmatizzato l’improbabilità di lasciare le chiavi del nucleare americano in mano a chi neanche sa gestire un account Twitter. Ultime schermaglie di una campagna giocata in una palude, mai terminata, neanche al seggio.

Di padre in figlio, infatti: Eric Trump, 32enne figlio del candidato repubblicano, potrebbe infatti finire nei guai per aver postato su Twitter la foto della sua scheda elettorale con il voto per il padre Donald. «È un incredibile onore poter votare per mio padre. Farà uno splendido lavoro per gli Usa», ha scritto il giovane Trump. Successivamente la foto è stata però rimossa. Nello Stato di New York, così come in decine di altri negli Stati uniti, è vietato postare foto delle schede votate. Ci risiamo: il limite, un concetto poco chiaro nella Trump family.
E quest’ultimo, che più volte si è speso in favore di Vladimir Putin, sembra avere gli stessi nemici. Ieri infatti, due attiviste del gruppo Femen hanno protestato a seno nudo contro Donald Trump nel seggio di Manhattan.

Le due donne si sono levate la maglietta e hanno mostrato i seni nudi sui quali apparivano le scritte: «Odio fuori dai seggi» e «Trump afferra le tue p…».
Infine, Trump ha già fatto partire una causa in Nevada, sostenendo che ci siano state delle irregolarità (ricorso già bocciato) e denuncia brogli elettorali. Nel corso di una intervista a Fox News il miliardario ha detto che sa di «tantissime lamentele» provenienti da diversi seggi elettorali.