«Le vittime sarebbero vive se non ci fosse stata un’escalation». Così ha parlato il primo ministro canadese Justin Trudeau in un’intervista a Global News Television, riferendosi alle vittime dell’aereo ucraino abbattuto da un missile iraniano. Tra i passeggeri c’erano anche 57 cittadini canadesi.

«Se non ci fosse stata un’escalation di recente nella regione, quei canadesi sarebbero ora a casa con le loro famiglie – ha continuato Trudeau – Ciò accade quando si hanno conflitti e guerra. Gli innocenti ne sopportano il peso». Ha poi aggiunto che la comunità internazionale è stata «molto, molto chiara sulla necessità di avere un Iran non nucleare», ma anche nel «gestire le tensioni nella regione causate anche dalle azioni statunitensi». Trudeau ha aggiunto che avrebbe «ovviamente» apprezzato una comunicazione da parte di Washington riguardo l’attacco dei droni su Suleimani.

Nel fine settimana il premier ha chiesto all’Iran «piena chiarezza» sull’abbattimento dell’aereo di linea, specificando di aver formulato la richiesta in una chiamata con il presidente iraniano Rouhani, che sabato aveva ammesso che l’aereo era stato abbattuto per errore da missili iraniani.

Trudeau ha dichiarato di aver detto a Rouhani che l’ammissione è stata «un passo importante», ma che «molti altri passi devono essere fatti. Dovrà essere condotta un’indagine completa. Abbiamo bisogno di piena chiarezza. L’Iran deve assumersi la piena responsabilità».

Alla domanda se Ottawa avrebbe richiesto a Teheran di pagare un risarcimento finanziario alle famiglie delle vittime canadesi, Trudeau ha indicato che lo avrebbe fatto e di aver insistito con Rouhani affinché il Canada fosse autorizzato a partecipare alle indagini.