Agli abitanti di Rafah e alle centinaia di migliaia di sfollati che hanno trovato rifugio nella città, il rombo metallico dei cingolati israeliani pare già di sentirlo. L’avanzata dei reparti corazzati potrebbe diventare realtà tra qualche giorno mentre l’aviazione ha intensificato i bombardamenti su vari obiettivi nella città sul confine con l’Egitto che il premier Netanyahu descrive come «l’ultimo bastione di Hamas» a Gaza. Il movimento islamico si dice pronto alla battaglia e avverte che infliggerà perdite senza precedenti alle forze di occupazione. Ieri il portavoce delle Brigate Qassam di Hamas, Abu Ubaida, ha chiesto un’escalation su tutti i fronti in un discorso trasmesso da Al Jazeera per i 200 giorni dall’inizio della guerra.

Sul destino che attende Rafah i dubbi sono pochi. Gli ammonimenti lanciati da Usa ed Europa lasciano il tempo che trovano. Il gabinetto di guerra israeliano ha deciso e l’attacco a Rafah ci sarà. Foto satellitari analizzate dall’Associated Press mostrano una tendopoli in costruzione vicino alla città di Khan Yunis, già lasciata in macerie dall’offensiva israeliana. L’operazione militare contro Rafah di fatto è già cominciata. Secondo fonti egiziane, le prime due o tre settimane prevedono l’evacuazione – ossia la fuga – dei civili verso Khan Yunis e le aree centrali di Gaza. Quindi le truppe avanzeranno su Rafah e prenderanno di mira le aree in cui si nasconderebbero leader e combattenti di Hamas. Bombardamenti, incursioni e combattimenti, aggiungono le fonti, dureranno almeno sei settimane.

Il calvario di Gaza prosegue e nei centri abitati già travolti dall’urto di una delle forze militari più potenti al mondo, si piangono e contano i morti. L’Alto Commissario dell’Onu per i Diritti Umani, Volker Turk, ha chiesto un’indagine indipendente sulle fosse comuni scoperte nei due principali ospedali della Striscia, lo Shifa di Gaza city e il Nasser di Khan Yunis. Dopo i circa 300 cadaveri trovati dentro e intorno allo Shifa uscito devastato da una lunga operazione «antiterrorismo» israeliana, le autorità di Gaza denunciano il rinvenimento di 310 cadaveri nell’area circostante il Nasser. Le vittime, scrive l’agenzia palestinese Wafa, sono state collocate nelle fosse comuni dai militari israeliani dopo averle uccise durante l’occupazione dell’ospedale avvenuta a metà febbraio.

Gli israeliani smentiscono e lanciano accuse di «disinformazione». Fanno riferimento al portale GeoConfirmed che ha pubblicato su X filmati del 25 e 28 gennaio e del 3 febbraio, quindi prima dell’avanzata dell’esercito sull’ospedale, in cui si vedono palestinesi che seppelliscono corpi nella stessa area. Corpi che in seguito sono stati esumati e riseppelliti dalle truppe per accertare la presenza di ostaggi israeliani morti. I palestinesi a loro volta definiscono «disinformazione» le spiegazioni israeliane. Insistono che si tratta di persone uccise dai soldati, alcune avevano le mani legate. Un particolare questo citato ieri anche da Ravina Shamdasani, portavoce di Volker Turk. «Alcuni corpi avevano le mani legate, il che indica gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale e tutto ciò deve essere sottoposto a ulteriori indagini», ha sollecitato Shamdasani. Il ritrovamento dei cadaveri intorno al Nasser e le ultime vittime di bombardamenti hanno aggiornato a 34.183 il numero dei morti palestinesi dal 7 ottobre. Ieri si sono registrati alcuni dei bombardamenti su Gaza più pesanti delle ultime settimane. I comandi israeliani hanno ordinato nuove evacuazioni nel nord della Striscia, avvertendo i civili che si trovavano in una «zona di combattimento pericolosa». Agli abitanti di quattro quartieri di Beit Lahiya è stato ordinato di andare subito in due aree designate.

Tra i tanti drammi e problemi di Gaza sotto attacco, c’è quello di bambini e ragazzi che non torneranno a scuola forse per anni. Oltre l’87% di tutti gli edifici scolastici di Gaza sono stati danneggiati o distrutti. Tutte le università sono state distrutte denuncia l’Unicef. L’Egitto intanto ha smentito le accuse israeliane di aver consentito il contrabbando di armi verso Gaza. Secondo il portavoce governativo, Dia Rashwan, Tel Aviv «cerca di legittimare il suo tentativo di occupare il corridoio Filadelfia tra Gaza e l’Egitto, in violazione degli accordi firmati dai due paesi».