Salita alla ribalta in questi giorni per quel suo gruppo di portuali decisi a far decadere l’obbligo al greenpass, Trieste va al ballottaggio per eleggere il sindaco. Quello uscente, Roberto Dipiazza, ha preso al primo turno il 46,89% dei voti e si propone per il quarto mandato. Lo fa sottolineando la grande sicurezza di uno che da vent’anni amministra la città e sa tutto, conosce tutti e può vantarsi di avere in mano tutte le leve giuste. La sua squadra non cambia granché, tutta la destra riunita a difendere le postazioni già acquisite e un programma immaginifico di nuovi splendori per una città «che già sta correndo».

Sarà ancora più nutrita di prima la squadra di Fratelli d’Italia che porterà in Consiglio anche un paio di personaggi dichiaratamente fascisti. Un ulteriore, drammatico, passo a destra, dunque, con tutto il ciarpame di nazionalismo reazionario che si porta dietro e gli interessi che è uso assecondare. Con i fondi europei in arrivo, difficile non temere l’ennesima abbuffata di pochi in una città a misura di pensionati benestanti e turisti mordi e fuggi. Ventimila giovani emigrati negli ultimi dieci anni e un costante calo demografico sembrano non rappresentare un problema.
Contro Dipiazza al ballottaggio c’è Francesco Russo, targato Pd, fermo al primo turno con il 31,67% dei voti. Molto più giovane, pieno di voglia, Russo non è certo l’ultimo venuto. Nato nella Democrazia cristiana, è stato segretario nazionale dei giovani del Partito popolare per diventare segretario del Pd a Trieste nel 2010. Eletto senatore nella legislatura 2013-2018 è successivamente approdato al Consiglio regionale. Una vita in politica, dunque, e all’Università dove insegna Storia della Scuola e Politica della Formazione ma si è sempre occupato anche del trasferimento di tecnologia alle imprese.

Quel 16% di scarto tra i due appare molto difficile da annullare. E’ vero che Dipiazza ha potuto contare su una destra unita da subito mentre la sinistra si è presentata disunita ma, numeri alla mano, difficile pensare a una confluenza su Russo di tutte le liste rimaste escluse e, peggio, anche fosse non è detto che basterebbe.

Cosa farà il popolo NoVax che ha regalato un inaspettato 4,5% ad un perfetto sconosciuto in nome di una provocazione ribellistica? A parte la curiosità di vedere come parteciperà alle sedute del Consiglio un NoVax NoMask, sembrano voti destinati all’astensione o sicuramente non a sinistra.

Cosa farà il popolo dei 5Stelle che, al primo turno, ha fatto crollare il movimento a un risicato 3,42% nonostante la buona politica a favore di Trieste realizzata, per dire, dal ministro Patuanelli? Il movimento ha deciso di lasciare liberi i propri elettori, dato strano anche questo, visto che la loro candidata a sindaco è stata quella che di più si era battuta per una unità di tutti contro la destra.

L’unico invito esplicito a votare Francesco Russo è stato quello di Adesso Trieste, la nuova giovane lista capeggiata da Riccardo Laterza, che dopo una assemblea molto partecipata, ha preso la decisione di votare Russo ma restare comunque all’opposizione anche a costo di rimetterci un consigliere. Probabile che tutto l’8,6% dei voti presi al primo turno si riversi su Russo ma, conti alla mano, non bastano a vincere.

Tutto in salita per Francesco Russo, dunque, forse solo un miracolo può farlo vincere e forse proprio quello più importante: che vada a votare almeno una parte di quella maggioranza di cittadini che finora è rimasta a casa.