Resta alta la tensione nel distretto di Jenin dove un altro palestinese, Alaa Zayud, di 22 anni, militante del Jihad islami, è stato ucciso ieri prima dell’alba e altri due sono rimasti feriti in uno scontro a fuoco con reparti speciali israeliani nella cittadina di Burqin. I militari hanno circondato un’abitazione e subito dopo è cominciata la sparatoria in cui Zayud è stato ucciso. Il raid di ieri, afferma Israele, è parte di una campagna contro strutture del movimento islamico nell’area che ha visto l’uccisione – durante il fine settimana – di cinque palestinesi. Sono di Jenin, peraltro, i sei prigionieri palestinesi protagonisti all’inizio del mese scorso di una clamorosa fuga dal carcere israeliano di Gilboa. Due di loro erano stati in grado di raggiungere la città dove qualche giorno dopo sono stati individuati e arrestati. Da più parti si parla di una ripresa dell’Intifada, la rivolta palestinese contro l’occupazione israeliana, nel distretto di Jenin storica roccaforte della militanza armata palestinese.

Restano incandescenti anche le linee tra Gaza e Israele dove ieri i soldati dello Stato ebraico hanno ucciso un palestinese di 40 anni, Mohammad Abu Ammar, che si era avvicinato alla barriera di demarcazione che separa Gaza da Israele. Secondo i media locali, Abu Ammar si era avvicinato alla barriera andando a caccia di uccelli, non è chiaro se con un’arma da fuoco, a est del campo profughi di El Bureij. A Gerusalemme Est la polizia israeliana ha ucciso Israa Khazimiyah, una donna di 30 anni di Qabatiya, a qualche chilometro da Jenin, che secondo il portavoce israeliano avrebbe cercato di accoltellare un agente nei pressi della Spianata di Al Aqsa. I poliziotti, nessuno dei quali è rimasto ferito, hanno aperto il fuoco uccidendola. Non ci sono conferme palestinesi di questa versione.