A vederli accartocciarsi su se stessi sembrava che interi palazzi fossero stati riempiti di dinamite. Implosi, sbriciolati. Cumuli di macerie informi, impossibile capire cosa fossero prima dell’alba di lunedì. Sono trascorsi ventiquattro anni dal terremoto che nel 1999 colpì la Turchia, uccidendo 17.500 persone. E quasi un secolo da quello del 1939, 30mila morti. Il sisma che ieri ha devastato il confine tra la Turchia del sud-ovest e la Siria del nord-ovest è stato altrettanto potente, di nuovo nel cuore dell’incontro-scontro tra la placca anatolica, l’africana e l’arabica. Ed è durato un intero minuto. Alla prima scossa da 7.8 di...