Resuscitare l’entusiasmo del 2015, quando Podemos riempiva piazze e teatri, recuperare smalto e identità.

È l’ambizioso obiettivo di Sumar, il nuovo movimento politico lanciato venerdì nell’ex mattatoio di Madrid davanti a cinquemila persone arrivate da tutto il Paese. A tenere banco Yolanda Díaz, architetta del nuovo progetto politico al quale ha impresso il suo segno da quando, abbandonando un anno fa la politica istituzionale e la direzione di Podemos, l’allora segretario generale Pablo Iglesias indicò la sua stretta collaboratrice quale candidata della coalizione alle politiche del 2023.

Ma Díaz non si accontenta di rinnovare la leadership di Podemos, bensì punta ad un reset completo di ciò che si muove a sinistra del partito Socialista. La ministra del lavoro vuole smontare il puzzle e rimontarlo, componendo un’immagine diversa. Negli ultimi mesi ha assunto un profilo sempre più indipendente fino a chiedere ai partiti – pure fondamentali nella creazione del nuovo soggetto politico – di fare un passo indietro, non inviando i loro leader all’assemblea di venerdì.

L’obiettivo dichiarato è configurare una diffusa rete civica nella società civile che serva a sostenere un movimento politico organizzato. Non è chiaro, per ora, quale sarà la funzione dei soggetti della sinistra – da Podemos a Izquierda Unida a Mas Paìs, da En Comù Podem a Compromís ai gruppi ecologisti – che comunque non si sono tirati indietro, sperando che la ventata di novità e la riunificazione elettorale della diaspora viola risollevi le sorti di uno spazio politico in crisi d’identità e prospettive. Nonostante gli sforzi per spuntare riforme sociali e contenere le spinte liberiste e militariste del Psoe, infatti, per le sinistre la permanenza al governo non sembra foriera di una crescita elettorale, anzi.

Da Madrid partirà ora un tour di sei mesi che percorrerà tutto il paese, durante il quale ascoltare i cittadini e identificare le esigenze e le aspettative dei diversi spezzoni di una società atomizzata, disillusa e sempre più distante dalla politica, fomentando interesse e partecipazione. Al termine di questo processo occorrerà, promette Sumar, riconnettere le diverse domande sociali in un nuovo programma politico generale – un «nuovo contratto sociale» – in grado di guidare per il prossimo decennio l’azione politica di una sinistra rifondata.

«Ho scelto la settimana dell’orgoglio Lgbt perché voglio un paese allegro, inclusivo, rispettoso della libertà sessuale» aveva spiegato Díaz alla vigilia dell’assemblea. Accompagnata da rappresentanti della società civile, del mondo del lavoro – sanità, istruzione, rider – e dei movimenti ecologisti e femministi, oltre che da artisti e intellettuali, la vicepremier ha rivendicato la riforma del lavoro per la quale si è molto spesa e ha ribadito la concezione della politica che la caratterizza, improntata alla trattativa e alla lotta per i diritti economici e di cittadinanza. «So che pensate che la politica non serva a nulla. Siete stanche dello scontro per lo scontro. La politica è ascoltare, dialogare, tendere la mano ed essere capaci di arrivare a un accordo per migliorare la vita delle persone» ha detto. Facendo appello ai sentimenti, Díaz ha fatto ampio uso di termini come amore, allegria e speranza, ed ha incitato a non rassegnarsi a un ritorno al potere delle destre facilitato da una progressiva disaffezione dell’opinione pubblica progressista.

Galiziana, avvocata del lavoro, la 51enne è cresciuta in una famiglia votata alla politica. Suo padre, Suso Díaz, è stato per anni dirigente del sindacato comunista Comisiones Obreras, mentre lo zio Xosé è stato tra i leader degli indipendentisti galiziani di sinistra del Bng. Da militante del partito Comunista, nel 2012 e poi di nuovo nel 2015, toccò a lei riunire due correnti politiche che dopo la morte di Franco avevano sempre viaggiato parallelamente, prima guidando Alternativa Galega de Esquerda e poi En Marea, quest’ultima già inquadrata nelle confluencias di Podemos. Ora in molti sperano che la presidenta, come già la chiamano, faccia un altro miracolo.