Otto donne, tutte di origine asiatica, sono state uccise e un’altra gravemente ferita da colpi di arma da fuoco in tre diversi centri benessere ad Atlanta, Georgia, nell’arco di un’ora.

Dopo un breve inseguimento la polizia ha fermato e preso in custodia il 21enne Roberto Aaron Long; le autorità stanno ancora indagando sul movente, ma gli attacchi hanno suscitato timori tra gli asiatici americani in tutti gli Stati uniti, che dall’inizio della pandemia di coronavirus hanno visto aumentare gli episodi di violenza e di odio nei loro confronti.

In alcune città, per precauzione, è stata intensificata la presenza della polizia nei quartieri asiatici e i sindaci hanno diramato comunicato per rassicurare la popolazione asiatico-americana che si sente sempre più un target del razzismo.

Il presidente Biden nei giorni passati aveva denunciato «i crimini di odio contro gli asiatici americani che sono sempre più attaccati, molestati, incolpati e usati come capro espiatorio» per la pandemia.

Secondo uno studio della California State University negli Usa i crimini d’odio sono complessivamente diminuiti, ma quelli nei confronti degli asiatici nel 2020 sono più che raddoppiati, passando da 49 a 122.

Lo sceriffo della contea ha affermato che l’omicida ha indicato agli investigatori di avere una dipendenza sessuale. Rispondendo alla domanda se le sparatorie fossero un crimine d’odio, il capo della polizia di Atlanta Rodney Bryant ha detto di essere ancora all’inizio «di questa indagine. Il fermato dice di non essere motivato razzialmente. Apparentemente ha un problema con la gestione degli impulsi sessuali, per cui vede questi luoghi come una tentazione che vuole eliminare».

Come linea di difesa per non rientrare nella categoria dei crimini d’odio razziale, questa non sembra solida: si basa sull’assunto che i centri benessere, solitamente gestiti da donne asiatiche, per lo più sud coreane, in realtà siano luoghi di prostituzione.

Al momento Long è accusato di quattro capi di omicidio e uno di aggressione aggravata, secondo un comunicato dell’ufficio dello sceriffo.
Sung Yeon Choimorrow, direttore esecutivo del National Asian Pacific American Women’s Forum, ha detto di aver pensato «È successo ciò che temevamo», quando ha visto la notizia degli omicidi e ha sottolineato l’impatto sproporzionato che la violenza anti-asiatica ha sulle donne.

Choimorrow ha riconosciuto che, anche se Long sostiene che gli omicidi non abbiano una matrice razziale, i suoi pregiudizi personali sono elementi importanti da riconoscere.

«Questa tragedia sta avendo un impatto sulla comunità asiatica americana in modi che non si vedono nelle altre comunità al momento – ha detto Choimorrow al Washington Post – Se si fa un passo indietro si capisce come questo Paese ha percepito e trattato le donne asiatiche americane e non sarà una sorpresa giungere alla conclusione della motivazione dietro quello che è successo ad Atlanta».