Budapest e Bruxelles ai ferri corti. Per entrambe le parti la goccia che ha fatto traboccare il vaso è la legge ungherese anti-Lgbtq: una vergogna, secondo la Commissione europea, una sacrosanta espressione di sovranità nazionale secondo Orbán e i suoi. Il confronto è teso: l’invito a ritirare la norma e a riconsiderare il passo compiuto ha ottenuto come risultato l’annuncio di un referendum con quesiti tutti volti a presentare la comunità Lgbtq in modo negativo. Un confronto teso, si diceva, che ha visto la parte magiara evocare addirittura la possibilità di mettere in discussione la sua permanenza nell’Unione europea. Si...