Non hanno intenzione di arrendersi i sindaci Nardella e Brugnaro, finiti da una settimana sulla graticola dopo i rilievi della Commissione europea sull’ammissibilità di alcuni interventi finanziati dal Pnrr. Progetti collegati alla ristrutturazione e ammodernamento dello stadio Franchi di Firenze, e alla realizzazione ex novo del “Bosco dello sport” a nord di Mestre. Così i due primi cittadini, insieme al presidente dell’Anci De Caro, hanno incontrato a Roma il ministro Fitto. Un summit nel corso del quale, secondo una nota di Palazzo Chigi, sono emersi “elementi utili” per superare le criticità sollevate da Bruxelles, “e consentire la realizzazione degli interventi previsti”. Una sponda, quella del governo, gradita da entrambi i sindaci.

Le recenti polemiche interne al governo fra Fdi e Lega, sulla rimodulazione degli interventi da attuare con i fondi del Pnrr, in questo caso c’entrano poco. I dubbi della Commissione Ue su Firenze e Venezia riguardano infatti i finanziamenti – 55 milioni nel capolugo toscano e 93 in quello veneto – legati ai Piani urbani integrati delle due città. Sono soldi che per la “Recovery and Resilience Facility” di Bruxelles dovrebbero essere utilizzati per i cosiddetti “territori vulnerabili”. In sostanza per la rigenerazione di aree cittadine degradate, nel solco degli obiettivi sociali che sono alla base del Pnrr.

“L’Italia sta finanziando la ristrutturazione dello stadio di Firenze attraverso risorse provenienti dal Piano nazionale complementare (Pnc)”, hanno riscontrato i tecnici della Commissione, che invece puntano il dito sul fatto che l’area del Campo di Marte, dove sorge il Franchi, non abbia i requisiti di “area urbana degradata” per accedere ai finanziamenti del Pnrr.

Di fronte a questo rilievo, la posizione di Palazzo Vecchio è stata netta: “Il progetto di riqualificazione dello stadio Franchi prevede, esattamente, la ristrutturazione e la rifunzionalizzazione ecosostenibile di una struttura pubblica e di un’area pubblica, e dunque il miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale, economico e ambientale”. Per giunta, ha puntualizzato l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Nardella, il progetto complessivo fa parte del Pnrr fin dall’inizio, dal luglio 2021, e dopo essere stato approvato ha continuato a rispettare tutte le direttive europee richieste per andare avanti.

Pur non direttamente interessato, anche il governatore toscano Giani ieri ha spezzato una lancia a favore del progetto, rispondendo il Consiglio regionale ad una interrogazione, critica, degli alleati di Italia Viva: “I finanziamenti del Pnrr servono a prevenire una situazione di degrado che, se lo stadio venisse spostato, si creerebbe a Campo di Marte”.

Ancor più complessa la questione veneziana, perché in questo caso la realizzazione del “Bosco dello sport”, su quelli che oggi sono terreni agricoli fra il paese di Tessera e il fiume Dese, farebbe sorgere un’arena al chiuso con una capienza di 10mila spettatori per basket e pallavolo, uno stadio da 16mila posti, altre opere accessorie e naturalmente tanti parcheggi. Per certo comunque sia Nardella che Brugnaro possono contare su un alleato di peso, il ministro dello Sport, Andrea Abodi. Che proprio ieri, al convegno “Il futuro degli stadi in Italia” al Salone d’Onore del Coni, ha ascoltato uno scoraggiante report sulle condizioni degli impianti italiani ed è stato esplicito: “È finito il tempo delle scuse e degli alibi, adesso c’è un governo che vuole prendersi questa responsabilità, aiutando i club e il territorio a uscire dalle difficoltà”.