Spagna, solo Unidas Podemos contro l’accordo di Sánchez con Washington
Ucraina, il limite ignoto Nel nuovo Patto Atlantico il contenimento dei migranti. E il presidente ottiene anche l’impegno a difendere la sovranità su Ceuta e Melilla
Ucraina, il limite ignoto Nel nuovo Patto Atlantico il contenimento dei migranti. E il presidente ottiene anche l’impegno a difendere la sovranità su Ceuta e Melilla
Unidas Podemos è rimasta defilata e ha lasciato la gestione del summit di Madrid ai ministri socialisti, riattizzando nel frattempo la polemica. Il portavoce dei deputati Jaume Ausens ha fatto sapere di non gradire l’accordo raggiunto da Pedro Sánchez con Washington che porta da quattro a sei i cacciatorpedinieri statunitensi ospitati nella base di Rota (Cadice). Nelle stesse ore UP accusava il governo di «sottomissione» a Washington e ribadiva la sua contrarietà all’aumento al 2% delle spese militari entro il 2029.
PUR SENZA NOMINARLI, il premier – che ha incontrato e ringraziato Erdogan, definito un «partner chiave su questioni come la sicurezza e la mediazione internazionale» – ha invitato i viola a riconsiderare le proprie critiche alla Nato, prendendo ad esempio le sinistre scandinave che hanno rinunciato alla neutralità sulla base del nuovo contesto internazionale. Poi, sibillinamente, ha chiesto un ampio consenso su misure definite «un affare di stato che trascende le questioni ideologiche». Del resto, se UP dovesse sfilarsi, il premier potrebbe contare sulla disponibilità della destra. La segretaria generale del Partito Popolare, Cuca Gamarra, ha già garantito che il suo partito ha «senso dello Stato» e sarà «all’altezza delle circostanze».
Un’altra faglia tra i due soci di governo – la cui tenuta, assicurano da UP, non è comunque a rischio – riguarda i giudizi sulla strage di Melilla e l’immigrazione.
ANCORA JAUME AUSENS ha annunciato una riunione tra UP e altri partiti che sostengono l’esecutivo, insieme ai rappresentanti di varie associazioni, per discutere dell’operato della polizia marocchina e delle circostanze che hanno causato la morte di 37 profughi subsahariani alle porte dell’enclave spagnola. Questo mentre Eduardo de Castro, presidente della città autonoma di Melilla, avvisava che le autorità di Rabat si stanno adoperando per «nascondere quanto accaduto» il 24 giugno e per impedire che un’inchiesta possa chiarire eventuali responsabilità.
Ma Sánchez non rettifica i suoi elogi ai militari marocchini ed anzi rivendica con orgoglio i risultati politici incassati durante il vertice Nato, a partire dalla dichiarazione congiunta siglata martedì con Joe Biden (la precedente, nel 2001, la firmarono Aznar e Bush). Tra i punti fondamentali del documento compare la gestione comune dei «flussi migratori illegali», considerati una «minaccia ibrida» da affrontare anche attraverso appositi meccanismi militari. Da parte sua il ministro degli Esteri Albares, intervenendo al Nato Public Forum insieme al segretario di Stato Usa Anthony Blinken, ha sottolineato che il nuovo Concetto Strategico del Patto Atlantico definisce le migrazioni irregolari, se usate come strumenti di pressione politica, una minaccia alla sicurezza e alla sovranità degli stati.
Sánchez ha così ottenuto da Washington e dalla Nato l’avallo alla sua strategia di contenimento delle pressioni migratorie provenienti dal territorio marocchino e dal Mediterraneo, affidata a dispositivi sempre più militarizzati e all’esternalizzazione del lavoro sporco ad un regime poco sensibile ai diritti umani.
IL MAROCCO, però, continua a rivendicare la sovranità proprio su Ceuta e Melilla. Così Madrid ha ottenuto che nel Concetto Strategico fosse inserito un riferimento al fatto che la Nato ha l’obiettivo di «difendere ogni centimetro del territorio alleato, preservando la sovranità e l’integrità territoriale di tutti gli aderenti». Per quanto implicitamente, dicono a Madrid, risulta evidente che Ceuta e Melilla non sono diverse dalle Hawaii.
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