C’è un giudice a Brindisi. Poi c’è anche un numero: il diciassette. Tanti sono stati i fermi amministrativi delle navi Ong disposti sulla base del decreto Piantedosi dal 2 gennaio del 2023, data di entrata in vigore. L’ultimo aveva colpito la Ocean Viking di Sos Mediterranée il 9 febbraio scorso: venti giorni di detenzione e alcune migliaia di euro di multa le sanzioni comminate. Come negli altri casi, a eccezione del veliero Mare*Go, l’organizzazione umanitaria ha fatto ricorso. Per la prima volta si è avuta una decisione sulla misura cautelare. Ed è stata positiva: la magistrata Roberta Marra ha sospeso il blocco della nave in attesa dell’udienza di merito che si terrà il 14 marzo. «L’opposizione appare sostenuta da un fumus di fondatezza», si legge nel provvedimento. Significa che il ricorso ha argomenti forti e, in attesa dell’accertamento definito, è verosimile esista un diritto da tutelare.

Il ragionamento giuridico si compone di due parti. La prima ritiene possa mancare la giurisdizione italiana, visto che il caso riguarda i comportamenti di una nave straniera in acque internazionali: la Convenzione Onu sul diritto del mare (Unclos) stabilisce che lì vale la legge dello Stato di bandiera, cioè la Norvegia. Afferma poi che sembrano assenti i presupposti per l’applicazione della sanzione: l’equipaggio, cioè, avrebbe agito correttamente rispettando il dovere del soccorso in mare.

Il 6 febbraio scorso la nave di Sos Mediterranée aveva salvato 261 naufraghi in quattro diversi interventi. «Dopo il primo le autorità italiane ci hanno incaricato di valutare altre imbarcazioni in difficoltà. Gli altri tre salvataggi sono stati effettuati in piena trasparenza e coordinamento con le autorità italiane e le navi libiche presenti sul posto, che hanno dato il via libera a procedere», ha spiegato la Ong. Nel mezzo di uno dei soccorsi, però, i libici hanno ordinato alla nave di allontanarsi. Mentre lo faceva si è scatenato il panico, anche su pressione del conducente del barcone carico di migranti. A quel punto il comandante della Ocean Viking ha ordinato di procedere al soccorso. All’arrivo a Brindisi il fermo, senza poter nemmeno raccontare la propria versione alle autorità italiane.

La parte più importante della decisione della giudice di Brindisi, comunque, è la seconda. «Il tribunale ribalta la prospettiva del provvedimento sanzionatorio: riconosce l’importanza del soccorso civile e afferma che il blocco della nave può ledere diritti costituzionali», afferma l’avvocata Francesca Cancellaro, che insieme al collega Dario Belluccio difende Sos Mediterranée. Secondo la legale Lucia Gennari – che ha seguito Sea Watch, Mditerranea Sos Humanity, e Louise Michel in procedimenti analoghi – «la decisione, per ora solo cautelare, riguarda un caso specifico, ma la parte sulle funzioni delle Ong a tutela dei diritti in mare tocca aspetti generali. È un precedente utile e speriamo abbia un impatto complessivo».

Per le politiche migratorie del governo italiano è il terzo colpo in pochi giorni. I primi due sono arrivati dalla Cassazione: il rinvio alla Corte di giustizia Ue della normativa sui trattenimenti dei richiedenti asilo rischia di bloccare il protocollo con Tirana; la sentenza definitiva su Asso28 ribadisce che la Libia non è un porto sicuro e mette in dubbio la strategia di questa maggioranza (e di quelle precedenti).

Nessun esponente dell’esecutivo ha commentato la decisione del tribunale pugliese. «È importante e ci auguriamo che il giudice la confermi nel merito», afferma prudente il portavoce di Sos Mediterranée Francesco Creazzo.