«Nessun intento censorio, ma qualche anomalia nella procedura». Sentita dalla commissione di Vigilanza, ieri la presidente Rai Marinella Soldi ha cambiato toni verso i colleghi dirigenti del servizio pubblico sul caso del monologo antifascista dello scrittore Antonio Scurati, che doveva andare in onda nella trasmissione «Chesarà…» su Raitre alla vigilia del 25 aprile.

Il 9 maggio, dopo l’audizione in Vigilanza dell’ad Roberto Sergio, Soldi aveva diramato una dura nota con cui prendeva le distanze dal modo in cui Sergio aveva ricostruito la vicenda. «Le risultanze dell’audit interno evidenziano una situazione molto più complessa di quella descritta dell’ad, serve un approccio più completo». E aveva preso le distanze contro il procedimento disciplinare a carico della conduttrice Serena Bortone (Fa male alla Rai». Davanti ai parlamentari Sergio aveva spiegato che la richiesta a Scurati di intervenire a titolo gratuito- presa dal responsabile Approfondimenti Paolo Corsini dopo aver letto il monologo su Matteotti fosse dovuta alla promozione di una grafic novel dello stesso autore. Circostanza che l’editore Feltrinelli aveva subito smentito.

Soldi non aveva parlato né il 9 maggio né durante la riunione del cda Rai del 14 di «censura». E tuttavia ieri la sua sterzata nell’assolvere i vertici Rai ha colpito i parlamentari delle opposizioni. La presidente ha ribadito che «ci sono state azioni anomale, comportamenti che non erano usuali e che sono avvenuti da un certo momento in poi». Nessun riferimento a persone o comportamenti specifici, ma Soldi ha sottolineato che, quando è stata avviata la procedura disciplinare contro Bortone, «era già disponibile un report di audit in bozza che evidenziava incongruenze» e «sarebbe stato preferibile adottare un approccio unitario e affrontare in un unico contesto tutte le criticità emerse».

Il rapporto, in sostanza, evidenzia come dopo aver letto il testo del monologo (uno dei passaggi chiave: «Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana») i vertici Rai hanno disdetto il contratto che prevedeva 1500 euro di compenso e invitato Scurati a parlare a titolo gratuito. Ipotesi che lo scrittore ha rifiutato.

Le parole della presidente hanno provocato la reazione dei membri Pd della Vigilanza Stefano Graziano e Francesco Verducci. «La presidente Soldi ha perso un’occasione per dimostrare di aver svolto il proprio incarico con equilibrio e garanzia: adesso non si stupisca se in tanti si stanno domandando quali pressioni ha ricevuto, da chi e per quali ragioni». Verducci insiste con una domanda, rimasta senza risposta: «Perché è stato cancellato il contratto a Scurati?».

Gongola la destra, che ieri ha incalzato Soldi chiedendole esplicitamente se si fosse trattato di «censura». «Una doccia fredda per la sinistra che invece sperava di continuare a speculare su una polemica evidentemente montata ad arte», dicono da Fdi. Gasparri ha persino mostrato in commissione la scaletta del programma di Serena Bortone con la presenza di Scurati a titolo gratuito, provocando la reazione del M5S: «Come e da chi ha ricevuto quel documento?».

Resta attivo il procedimento disciplinare contro Bortone, per aver denunciato il “taglio” di Scurati sui social. E la sua trasmissione è a rischio. «Se Gianpaolo Rossi diventerà ad dopo le europee, la cancellerà sicuramente», raccontano fonti Rai. L’Usigrai si schiera con la giornalista: «Sul “caso Scurati” che qualcuno menta è sicuro, ma non è Serena Bortone. Dopo le diverse versioni fornite dall’ad Roberto Sergio, abbiamo assistito oggi al dietrofront della presidente Soldi che in Vigilanza ha smentito le sue stesse dichiarazioni sulla vicenda.  E’ evidente che di fronte al persistere della campagna diffamatoria nei confronti di Bortone, saremo pronti a ribattere con documenti che al bisogno valuteremo di esibire».