«Il ddl Cirinnà sulle unioni civili è il primo grande tentativo che può avere qualche speranza di andare in porto dopo decenni, ma oggi è in pericolo. Per questo abbiamo sentito il bisogno di rivolgere un appello al parlamento perché non retroceda su una legge che, seppure sia un compromesso al ribasso, rappresenta pur sempre una conquista».

Marco Gattuso è tra i promotori di un appello firmato da 430 giuristi italiani in difesa del ddl che a partire dal 28 gennaio verrà discusso dal Senato. Magistrato a Bologna, è direttore del sito Articolo 29, dove è apparso l’appello intitolato «I bambini innanzi tutto». «Ora che anche Malta, Cipro e la Grecia si sono dotate una legge – prosegue -, siamo rimasti l’unico Paese senza ancora una legislazione per le coppie dello stesso sesso. Se non ci fosse anche una tutela minima dei bambini, credo che andremmo sotto il livello dell’accettabilità. Anche la proposta di affidamento in casi particolari, avanzata da alcuni cattolici del Pd, è inadeguata: si tratterebbe di un istituto del tutto inedito in occidente che per di più non tutelerebbe i bambini perché consentirebbe in ogni momento al genitore di revocare la propria disponibilità a interessarsi del bambino, a mantenerlo e a curarlo. Invece non possiamo dimenticare i bambini, a prescindere da come nascono, che devono essere tutelati e l’adozione è davvero la garanzia minima per loro, una garanzia sotto la quale non si può andare anche perché negli altri paesi è già molto più alta».

Lei parla di responsabilità dei genitori, ma dietro le critiche alla stepchild adoption sembra esserci soprattutto l’opposizione alla genitorialità omosessuale.
Sicuramente questo è il problema, però nel momento in cui le stese persone che si oppongono alla stepchild adoption propongono l’affidamento, riconoscono che c’è un problema di tutela dei bambini figli di coppie omosessuali. Il legislatore non può certo impedire che donne e uomini omosessuali abbiano figli. Bisogna prendere atto che questi bambini ci sono già, esistono, come abbiamo scritto nel nostro appello. E il legislatore non può cancellarli ignorandone le esigenze di protezione.

Lei parla di bambini già esistenti, ma chi oppone alla legge vi accusa in realtà di voler legalizzare la maternità surrogata.
Se il problema è quello di vietare la surrogazione di maternità, non è una questione che si può porre oggi quando si parla di coppie dello stesso sesso, perché come tutti sappiamo il 98% delle coppie che vi fanno ricorso sono eterosessuali. Dopo di che la surrogazione d maternità è già vietata nel nostro paese dalla legge 40/2004. In altri paesi sono state fatte delle scelte diverse. Gli Stati uniti non hanno dimenticato di tutelare le donne verificando che esistano tre requisiti: che le portatrici siano persone libere dal bisogno economico, che abbiano una famiglia e che abbiano altri figli. Ma anche che venga sempre preservata l’autonomia decisionale della persona.

Nell’appello si sostiene che la stepchild è la garanzia minima per un minore. Perché?
Perché già cosi ci sono dei limiti molti forti. Le faccio un esempio: mentre crea un rapporto genitoriale di tipo adottivo, non crea alcun rapporto con i fratelli, per cui due bambini della stessa famiglia saranno figli degli stessi genitori ma non saranno fratelli o sorelle tra di loro. E non saranno nipoti dei loro nonni. Il nostro appello si chiama non a caso «I bambini innanzi tutto» perché riteniamo che, come pure propone qualcuno, sia immorale chiedere lo stralcio delle adozioni per fare una legge che tuteli solo gli adulti, dimenticando i soggetti più deboli che sono i bambini.

Però secondo il presidente emerito della Consulta Cesare Mirabelli nella stepchild adoption ci sarebbero profili di incostituzionalità-.
Devo dire che in un’intervista rilasciata a dicembre all’Avvenire aveva detto che non c’erano profili di illegittimità costituzionale, evidentemente ha cambiato idea. Al nostro appello hanno aderito costituzionalisti come Pugiotto, D’Amico, Romboli, Zagrebelsky, solo per fare degli esempi, e tutti loro non solo dicono esattamente il contrario ma sostengono che la legge sulle unioni civili deve contenere u trattamento che sia omogeneo al matrimonio altrimenti sarà esposta a possibili eccezioni di incostituzionalità.

Che ne pensa dell’ipotesi di una sanatoria che consenta l’adozione dei soli figli nati prima che la legge entrerà in vigore?
Se fatta in modo etico la gestazione per altri non ponga dei problemi, ma comunque se pure partiamo dal presupposto che averla utilizzata sia “una colpa”, non è ammissibile scaricarla sui bambini. E che facciamo con quelli che nasceranno quando ci sarà la legge? Ripeto: per il giudice è essenziale proteggere quel bambino concreto, qui e ora. Ed è innegabile che ogni bambino abbia bisogno del riconoscimento giuridico del rapporto che ha con i propri genitori. Il nostro ordinamento non può tollerare bambini di sera A e di serie B.