La scorsa settimana, dopo il rapimento e la liberazione dei 300 studenti nello stato di Katsina, il leader di Boko Haram, Abubakar Shekau, aveva preannunciato una serie «di nuovi attacchi contro i civili e la popolazione cristiana delle regioni settentrionali». La promessa, purtroppo, è stata mantenuta e la Nigeria è in lutto per l’ennesimo round di attacchi contro persone inermi.

Sono 11 gli uccisi, con altre 7 persone rapite e una decina di feriti dopo l’attacco condotto alla vigilia di Natale dai terroristi jihadisti contro il villaggio a maggioranza cristiana di Pemi, nello stato nord orientale del Borno. «I miliziani sono entrati nel villaggio a bordo di camion e motociclette, sparando in aria e terrorizzando la popolazione (…) poi hanno dato fuoco a una chiesa e a diverse case» ha riferito alla Bbc Kachallah Usman, segretario del governatore locale di Chibok, dove Boko Haram rapì nel 2014 più di 200 studentesse. Attacchi che sono continuati fino a questa domenica con raid mortali in altri tre villaggi nello stato del Borno, con almeno altre 20 vittime e 40 civili rapiti a Shafa, Azare e Tashan Alade.

I MILIZIANI JIHADISTI colpiscono prevalentemente agricoltori e allevatori perché li accusano di passare informazioni ai militari e ai gruppi locali di autodifesa. «Chiediamo al governo di fornirci maggiore sicurezza, sono ormai dieci anni che i jihadisti non ci permettono di vivere, ci spingono a lasciare le nostre case, ci obbligano a fuggire e a sopravvivere nella miseria dei campi profughi» ha dichiarato all’Afp Musa Garba Ali, uno dei capi dei villaggi colpiti dalle violenze.
Pressato dall’opposizione il presidente Muhammadu Buhari ha annunciato nuovi stanziamenti a favore dell’esercito nel 2021. Una risposta «scarsa» che evidenzia «l’inerzia del presidente», secondo il suo principale oppositore, Atiku Abubakar, leader del Partito democratico popolare (Pdp). «Questi nuovi episodi di violenza segnano il fallimento della politica di sicurezza del presidente Buhari, eletto nel 2015 e riconfermato nel 2019 proprio con la promessa di sconfiggere Boko Haram – ha dichiarato Abubakar -, quello che osserviamo invece è una forte ascesa del fenomeno jihadista, del banditismo, degli scontri inter-etnici e delle violenze poliziesche».

DALL’INIZIO DELL’INSURREZIONE nel nord della Nigeria nel 2009, gli attacchi di Boko Haram e del gruppo rivale dello Stato islamico in Africa occidentale (Iswap) hanno provocato più di 36.000 morti e almeno due milioni di sfollati. s. ma.