Le elezioni legislative in Senegal vedranno contrapposte nella giornata di oggi 8 liste per i 165 seggi parlamentari dell’Assemblea nazionale, attualmente dominata dalla coalizione presidenziale Benno Bokk Yakaar (Uniti per la stessa speranza), con 125 deputati che sostengono l’attuale presidente Macky Sall.

MOLTE SONO LE ASPETTATIVE riguardo alla principale coalizione di opposizione Yewwi Askan Wi (“Yaw”, Liberate il popolo) che punta a sfidare il dominio di Macky Sall affidandosi «ai giovani senegalesi in cerca di cambiamento», grazie anche all’unione tra il partito Pastef di Ousmane Sonko, maggiore esponente dell’opposizione, e Wallu Senegal, guidata dall’ex presidente Abdoulaye Wade.

Secondo la stampa locale è stata comunque una campagna «tranquilla», ma senza un «vero dibattito sostanziale sui programmi», in un paese spesso considerato un’isola di stabilità dell’Africa occidentale, anche se non estraneo alla violenza politica. Il mese di giugno ha visto scontri e manifestazioni – a Dakar e nella problematica regione meridionale della Casamance – che hanno causato la morte di 4 persone e l’arresto di centinaia di manifestanti.

In assenza di sondaggi, il barometro resta alle ultime elezioni amministrative del 23 gennaio, dove Yaw aveva registrato successi nelle grandi città, in particolare Dakar, Ziguinchor e Thiès, mentre la coalizione presidenziale aveva rivendicato una «egemonia su scala nazionale», con una maggioranza di voti su tutto il territorio, in particolare a Fouta (Nord), o nella regione di Fatick (Ovest).

DURANTE LA CAMPAGNA elettorale, Benno ha puntato sui risultati e le conquiste del presidente Macky Sall da quando è salito al potere nel 2012: il Ter (Train Express Régional), il nuovo stadio di Dakar, il palazzo sportivo Diamniadio Sports Palace – onnipresenti sui manifesti disseminati in tutto il paese -, ma soprattutto il merito riguardo al “Piano per il Senegal emergente”, un programma di sviluppo avviato recentemente da Sall per «convincere» le famiglie preoccupate per l’inflazione e l’alto costo della vita.

Yaw, al contrario, si è dovuta adeguare presentando candidati poco conosciuti a causa della decisione del Consiglio legislativo che, lo scorso giugno, aveva respinto alcuni nomi della coalizione, tra cui Ousmane Sonko. Disposizione che aveva provocato dure proteste e manifestazioni a giugno, prima di un accordo con il governo per «elezioni pacifiche».

TUTTAVIA, SONKO – conosciuto come il «candidato anti-sistema» per la sua lotta contro l’establishment di Sall, la corruzione e la mancata valorizzazione delle risorse del paese per il popolo senegalese – è stato onnipresente durante la campagna, concatenando incontri e dibattiti in tutto il paese.
Nuovi partiti potrebbero rappresentare una sorpresa come la coalizione Les Servateurs (Mpr), creata dal giovane giornalista Pape Djibril Fall o Alliance pour une Assemblée de Rupture (Aar) che si definisce opposizione «moderata», attorno ai suoi leader Thierno Alassane Sall e Abdourahmane Diouf, in queste legislative che vedono il coinvolgimento di molti giovani e donne.

Comunque vadano queste elezioni saranno «un vero e proprio referendum tra i favorevoli e i contrari al terzo mandato presidenziale di Macky Sall (vietato dalla costituzione senegalese, ndr)» ha dichiarato all’agenzia Afp, Ababacar Fall di Gradec, gruppo di ricerca e sostegno per la democrazia partecipativa in Senegal. Presidenziali previste per il 2024 che potrebbero vedere contrapposti Sall e il suo acerrimo nemico Ousmane Sonko.