Sea Watch 3, Salvini: il pm non mi ha chiesto il permesso
Migranti Nave sequestrata dopo lo sbarco. Il ministro mastica amaro e inventa una sua legge. L'Associazione magistrati replica: toghe autonome, con questi attacchi intimidatori mette a rischio l'istituzione
Migranti Nave sequestrata dopo lo sbarco. Il ministro mastica amaro e inventa una sua legge. L'Associazione magistrati replica: toghe autonome, con questi attacchi intimidatori mette a rischio l'istituzione
I quarantasette migranti che erano ancora a bordo della Sea Watch 3 sono tutti sbarcati domenica a Lampedusa: la Guardia di finanza, su indicazione della procura di Agrigento, ha sequestrato la nave dell’ong tedesca e fatto scendere equipaggio e naufraghi, provocando le ire del ministro di Matteo Salvini che sperava di innescare un nuovo braccio di ferro da capitalizzare in vista delle europee. La procura ha iscritto il comandante, Arturo Centore, nel registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La nave è stata sottoposta a «sequestro probatorio per violazione dell’articolo 12 del testo unico dell’immigrazione» su indicazione del procuratore capo Luigi Patronaggio che ne ha disposto il trasferimento a Licata sotto scorta «previo sbarco dei migranti».
Racconta la portavoce di SeaWatch 3 Giorgia Linardi: «Abbiamo ricevuto la notifica del sequestro, un atto dovuto in seguito alle accuse mosse dal governo. Siamo sereni e pronti a collaborare».
Il leader leghista ha invece attaccato ad alzo zero Patronaggio. «Ennesimo favore fatto, io non li avrei fatti sbarcare. Se il procuratore li ha fatti sbarcare per sequestrare la nave mi può andare bene, se li ha fatti sbarcare per arrestare l’equipaggio va bene, se la nave invece va in giro di nuovo a zonzo nel Mediterraneo avrei diverse valutazioni, poi vediamo», ha aggiunto minaccioso. È un diluvio di dichiarazioni per tutta la mattinata: «Le navi pirata sequestrate devono essere messe in condizioni di non nuocere più. Come ministero stiamo raccogliendo tutti gli elementi che ci porteranno a segnalare chi ha aiutato lo sbarco dalla Sea Watch 3». E su Patronaggio: «Il procuratore ha preso questa iniziativa, senza avvisare il ministro dell’interno che non ha dato alcuna autorizzazione. Se la magistratura impone la sua legge, ne prendiamo atto sperando che sia l’ultima volta che accade. Questo procuratore è quello che ci ha denunciato, non gli sono in massima simpatia», ha poi ribadito, riferendosi all’inchiesta aperta per il precedente sbarco della Sea Watch, in cui Salvini è accusato di sequestro di persona, come nel caso Diciotti.
I 5S con Luigi Di Maio ne approfittano per ironizzare sull’alleato di governo: «Porti aperti? È lui il ministro dell’Intero, è lui che comanda le forze dell’ordine, lui che porta avanti le politiche dell’immigrazione, lui che deve spiegare. Noi siamo d’accordo con le politiche sull’immigrazione fino a ora»). Ma fanno finta di non vedere l’attacco frontale ai pm siciliani. Attacchi che, invece, provocano un sussulto nella magistratura. «Stringiamoci attorno a loro, se necessario scendiamo in piazza in loro onore» è l’invito dell’ex procuratore capo di Torino, Armando Spataro, in difesa dei colleghi di Agrigento. «Il procuratore e i suoi magistrati – scrive ancora Spataro -, fedeli alla legge, indagano ma tutelano le persone. Dovrebbe essere la normalità ma non sempre è così, indipendentemente dai deliri che ci circondano, che ignorano le disposizione di legge e la dovuta tutela dei diritti umani». Interviene anche Magistratura democratica: «L’unica politicità che la magistratura pratica è quella richiesta dalla Costituzione di tutela dei diritti umani». «Nel rispetto della separazione dei poteri e dell’autonomia e indipendenza della magistratura all’esecutivo non è consentito limitare o porre veti all’azione della autorità giudiziaria», ricorda la segretaria di Area Cristina ornano. Ma solo in serata l’Associazione nazionale magistrati riesce a replicare a Salvini: «Alludendo a decisioni assunte in base a orientamenti politici delegittima la magistratura», si legge in una nota dell’Anm, secondo la quale le parole del ministro «anno un innegabile carattere intimidatorio e rischiano di suscitare un clima di avversione nei confronti dei singoli magistrati e della istituzione tutta».
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento