Più di 38 città d’Italia ieri hanno risuonato all’unisono, risvegliate da voci che con rabbia hanno rivendicato i propri diritti e li hanno ricordati all’intero Paese. Diritti assenti, ma resi visibili dai corpi, gli striscioni e i cori delle decine di migliaia di persone che hanno aderito con le proprie istanze alla manifestazione femminista e transfemminista indetta per l’8 marzo dalla rete «Non una di meno». Uno sciopero collettivo ha inaugurato la giornata, invitando all’astensione dal lavoro produttivo e di cura, dai consumi, ma anche dal genere stesso e dall’opprimente rigidità di aspettative e ruoli socialmente imposti. GIÀ DALLA MATTINA,...