Lavoro

Sciopero della fame e appello dei navigator campani a Mattarella

Sciopero della fame e appello dei navigator campani a MattarellaLa protesta dei navigator

Il caso Il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca ribadisce di non volere firmare la convenzione con Anpal Servizi

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 27 agosto 2019

I 471 «navigator» della Campania hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la decisione del presidente della Regione, Vincenzo De Luca di non firmare la convenzione con Anpal Servizi. L’atto è necessario affinché i lavoratori titolari di un contratto precario di due anni possano iniziare lo stesso percorso formativo che oltre duemila colleghi stanno svolgendo in tutto il paese. A breve inizieranno la formazione «on the job» per affiancare i beneficiari dell’impropriamente detto «reddito di cittadinanza» – in realtà un sussidio pubblico in cambio di lavoro e mobilità obbligatoria definibile come «workfare» – nella ricerca di un lavoro e di formazione. L’attività è stata presentata come un ausilio tecnico agli operatori dei centri per l’impiego.
I navigator campani hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, senza al momento ricevere risposta. «Se una legge nazionale può essere disapplicata da una Regione per il volere e gli interessi di un singolo governatore, il principio di unità nazionale viene messo fortemente in discussione – sostengono – Noi stiamo diventando merce per la prossima campagna elettorale regionale che è già iniziata sulla nostra pelle».

«De Luca vuole addossare le colpe al nostro Ministero del Lavoro, trovasse per una volta il coraggio di ammettere la vera ragione di questa sua scelta» attaccano i Cinque Stelle campani, mentre l’Anpal si è detta pronta a firmare i contratti non appena la regione firmerà la convenzione, al pari di tutte le altre Regioni». «Non l’abbiamo firmata, non la firmiamo – ha risposto De Luca – Si tralascia di ricordare che incredibilmente, in contraddizione con il cosiddetto Decreto Dignità, si ripristinano ipotesi di contratto co.co.co. che allargano le aree del precariato».

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