«Non temo né esposto della Raineri né parole di Marra». Fin dalla mattina, la sindaca di Roma Virginia Raggi si è dimostrate serena riguardo all’interrogatorio di garanzia che si sarebbe tenuto poche ore dopo a Regina Coeli di Raffaele Marra, arrestato venerdì scorso per corruzione. E in effetti l’ex capo del personale del Comune di Roma, ascoltato per poco più di un’ora dai magistrati, non ha parlato di Raggi, malgrado abbia risposto a tutte le domande postegli.

Almeno, stando a quanto riferito dal suo avvocato, Francesco Scacchi: «Durante l’interrogatorio non sono state fatte domande sul sindaco Raggi e sul suo rapporto con il mio cliente». Marra, ha aggiunto il legale, «ha fornito anche delle precisazione su altri punti come ad esempio il suo rapporto con Malta». In ogni caso, l’avvocato Scacchi non ha «presentato istanza di scarcerazione e – dice – non la presenterò». Riferendosi poi al suo rapporto con l’imprenditore Sergio Scarpellini finito insieme a lui agli arresti, Marra avrebbe spiegato che «l’’aver detto di essere a disposizione è stato solo un atto di cortesia verso una persona che conoscevo, nulla di più e nulla di meno».

Dal canto suo anche lo stesso Scarpellini si sarebbe difeso evidenziando quella che sembra effettivamente una lacuna dell’inchiesta: «Non ho nulla da nascondere – avrebbe risposto ai magistrati – Con Marra non c’è stata nessuna contropartita». Lo stesso imprenditore avrebbe poi spiegato al giudice che Marra non era a conoscenza dei suoi interessi a politici e istituzionali «e non poteva, in ogni caso, intervenire in alcun modo». «I soldi che diedi a Marra nel 2013 – ha puntualizzato Scarpellini – erano un prestito che spero ancora mi venga restituito». I suoi legali hanno anche depositato i contratti dell’immobile dell’Eur che prevederebbero il diritto per Scarpellini di riacquistare l’appartamento ad un prezzo di favore nel caso in cui Marra non avesse ottenuto quanto sperato da una eventuale vendita a terzi.