Torna in libertà Khaled El Qaisi, a un mese dal suo arresto avvenuto lo scorso 31 agosto al valico di Allenby tra Cisgiordania e Giordania. Stamattina i giudici israeliani hanno anche deciso che lo studente italo-palestinese residente a Roma, dovrà consegnare il passaporto, non potrà lasciare il paese e sarà obbligato a restare a Betlemme per almeno una settimana. Dopo non è ben chiaro cosa accadrà. A quanto pare le indagini su El Qaisi continueranno nonostante sino ad oggi la procura israeliana non sia stata in grado di produrre prove a sostegno di “reati” compiuti dallo studente.

Fino alle 17 ora italiana, El Qaisi non era ancora arrivato a Betlemme dove sarà ospitato da un parente che si è offerto come garante. Sarebbe stato rilasciato ad un posto di blocco dell’esercito israeliano alle porte di Ramallah.

La moglie, Francesca Antinucci, parlando al manifesto ha espresso sollievo ma allo stesso tempo ha sottolineato che per ora non ci sono certezze su un prossimo rientro di Khaled in Italia. Antinucci ha precisato che “Khaled non è agli arresti domiciliari ma fino all’8 ottobre ha il divieto di espatrio e l’obbligo di restare a disposizione delle autorità giudiziarie”.

La copertina del manifesto del 30 settembre sul caso Khaled

“Apprendiamo con sollievo la notizia della scarcerazione del nostro studente Khaled El Qaisi. Confidiamo nella costante attività del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale affinché Khaled possa rientrare in Italia al più presto”: ha commentato Antonella Polimeni, la rettrice dell’Università “La Sapienza” di Roma, dove Khaled El Qaisi è iscritto.

Negli ultimi giorni la campagna per la scarcerazione dello studente, iscritto all’Università La Sapienza di Roma, si è intensificata e ieri in tutta Italia si sono tenuti raduni e iniziative anche per sollecitare i media nazionali a dare rilievo alla detenzione di El Qaisi in Israele senza accuse formali.

Il 31 agosto assieme alla moglie e al figlio Kamal di 4 anni, Khaled, al termine di un periodo di vacanza a Betlemme, stava attraversando il valico per la Giordania diretto ad Amman da dove un paio di giorni dopo tutta la famiglia sarebbe rientrata a Roma. Al controllo bagagli è stato improvvisamente ammanettato e portato via senza spiegazioni. Non si è mai saputo nulla sui motivi dell’arresto che restano oscuri.

“Accogliamo con ottimismo la decisione di scarcerare Khaled, che tuttavia resta per altri sette giorni a Betlemme, a disposizione delle autorità inquirenti israeliane. Speriamo che al termine di questi sette giorni, e dopo un mese di carcere senza sapere perché, questa storia finisca presto e bene. La mobilitazione di queste settimane è stata importante nel portare attenzione sulla storia di Khaled, ma dobbiamo continuare a fare pressioni, perché comunque le indagini andranno avanti. Ci auguriamo che presto Khaled possa tornare in Italia”, scrive Riccardo Noury di Amnesty International.

Leggi il dossier sul caso di Khaled El Qaisi