Cercatelo sul sito de Il Giardino degli Aromi, lui è Pasquale, una delle tante persone che, in questo luogo, accolte, benvolute e, come giustamente ribadisce lui, stipendiate, hanno potuto vivere dignitosamente una fase della loro vita. «Sembra di non essere a Milano» è la prima espressione che viene spontanea alla bocca di chi mette piede per la prima volta al Giardino degli Aromi, presso l’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini (via Ippocrate).

È il centenario della nascita di Franco Basaglia, tra i fautori ed ispiratori della legge 180, lui e la scuola che lo seguì posero fine allo stato di internamento delle persone con disturbi psichici. Basaglia sarebbe stato a suo agio al Giardino degli Aromi, ai suoi tempi non usava la parola «ortoterapia» ma sarebbe stato concorde nel trovare nella «via della terra» una delle pratiche più naturali per riavvicinare gli umani a se stessi tramite la cura di un orto.

Il 10 febbraio scorso in via Ippocrate, ad Affori, presso la sala del teatro, il Giardino degli Aromi ha proposto una partecipata giornata di scambio di semi, Il Mandillo a Milano, narrando la propria storia. Una storia di un gruppo di animatori sociali, di militanti, che da una ventina d’anni e più ha reso questi spazi verdi intorno all’ex Ospedale quello che sono oggi. Hanno raccontato del lavoro intenso di fitodepurazione che è stato attuato per bonificare parte dei terreni, un lavoro nel quale hanno creduto e che, con l’aiuto di docenti universitari, hanno portato a compimento. Non solo, sfidando le critiche preconcette contro la biodinamica, proprio con l’aiuto dell’Associazione Biodinamica Italiana, hanno potuto rigenerare i suoli.

«Curare la terra per guarire gli uomini» diceva Claude Aubert, decano dell’agricoltura biologica francese ed europea. Così è. Accogliere soggetti fragili, inserire migranti, è stata la pratica quotidiana all’Ex Paolo Pini. Nelle accorate parole di Aurora, di Angela, nei loro scritti si va ben oltre una «ortoterapia»; con la collaborazione di tante associazioni, gruppi e di singoli, questa vasta area nel nord milanese è stata preservata, e i cartelli lungo i viali, raccontano della presenza di specie che in una città non ti aspetteresti. Di qui transitano uccelli migratori, possono posarsi e riprendere fiato per la tranquillità dei luoghi.

Pasquale, ci racconta Aurora, non c’è più, ma qui, dopo una vita di stenti, ha ritrovato se stesso. E questo è il tratto distintivo del Giardino degli Aromi. Naturalmente, qui si coltiva e si coltiva bene, le piante sono amate e le galline sono le regine. Adesso, a Milano, gli animatori degli orti sociali e condivisi nella città meneghina ripropone la necessità di stare in rete per difendere questo patrimonio grande rappresentato dagli orti di Milano.

Racconta Franco Beccalli, degli Orti di via Padova, che il nome Libere Rape Metropolitane fu adottato nel 2009 al Parco Trotter, si tratta di una rete che condivide esperienze e saperi, pratica l’aiuto reciproco, furono proprio volontari coordinati da Franco a contribuire alla pulizia ed allo sgombro degli inerti al Paolo Pini. Per fare un’orto a Milano rivolgersi a «scriviallerape@autistici.org».