Putin parteciperà solo in videoconferenza oggi al XVI vertice dell’Asia orientale, ospitato in Brunei: si parlerà di ripresa economica post-Covid ma il presidente russo resta a Mosca. Perché il post-pandemia all’orizzonte ancora non si vede.

Da inizio settembre è stato un crescendo, ogni giorno la Russia ha battuto nuovi record di contagi e morti. Ieri ha segnato l’ultimo: 36.446 nuovi contagi e 1.106 decessi nelle 24 ore precedenti, bilancio secondo solo a quello degli Stati uniti. Da inizio pandemia le vittime russe sono 232.775, il numero più alto d’Europa. Con un aumento del 30% rispetto a inizio settembre.

Ma è solo il dato ufficiale: secondo l’agenzia di statistica Rosstat si toccherebbero le 660mila vittime. Un dubbio condiviso anche dall’epidemiologo russo, ex consigliere dell’Oms, Vasily Vlassov, che una settimana fa alla Cnn spiegava come molte delle morti per Covid vengano registrate come insufficienza respiratoria.

Lunedì, prima dell’ultimo record, il dottor Denis Protsenko, direttore dell’ospedale Kommunarda di Mosca, specializzato in malattie infettive, parlava degli ospedali come «zone di guerra», senza più posti letto disponibili.

Si vedrà solo nelle prossime settimane se le ferie obbligatorie, dal 30 ottobre al 7 novembre prossimi, ordinate dal presidente Putin ai lavoratori e le lavoratrici non essenziali, faranno calare i numeri. Tutto chiuso, scuole, asili, palestre; restano aperti solo supermercati e farmacie, mentre ristoranti e caffè potranno servire solo cibo da asporto.

Ma il problema resta un altro, ovvero il basso tasso di vaccinazioni, questione aperta anche nel resto dell’Europa dell’Est, decisamente in ritardo sulla campagna vaccinale: solo il 36% dei russi ha ricevuto la doppia dose, nonostante in alcune regioni del paese (quella di Mosca, la siberiana Kemerovo e l’orientale Sakhalin) sia obbligatorio per chi lavora con il pubblico, dai parrucchieri ai tassisti, dai banchieri agli insegnanti. Due milioni di persone solo nella capitale.

Ma la corsa ai vaccini non c’è. Per questo la città di Mosca sta passando al pugno di ferro: divieto di uscire di casa agli over-60 e ai malati cronici non vaccinati, fino al 25 febbraio.