I 180 minori stranieri non accompagnati che erano finiti nella tensostruttura di Rosolini, centro di primissima accoglienza creato ad agosto scorso nella provincia di Siracusa e gestito dalla Croce rossa, sono stati finalmente trasferiti. Lo ha deciso il tribunale per i minorenni di Catania rispondendo alla denuncia di sei associazioni che hanno seguito il caso. Asgi, Arci, Cnca, Defence for children, Intersos e Oxfam avevano raccolto le testimonianze di alcuni dei ragazzi ospitati e inviato una lettera alle istituzioni competenti. Nella struttura, infatti, faceva freddo e mancava l’acqua calda, spesso anche quella corrente. I minori non frequentavano la scuola, né svolgevano attività ricreative. Non era stato loro assegnato il tutore, come prevede la legge.

Ricevuta la lettera il presidente del tribunale per i minorenni Roberto Di Bella e la giudice Rosalia Castrogiovanni, referente dell’area minori stranieri, hanno convocato i rappresentanti delle associazioni informandoli «che non vi erano le condizioni per ratificare le misure di accoglienza predisposte nella struttura di Rosolini». Così una parte è stata trasferita ad Augusta, un’altra a Melilli. Per tutti i ragazzi sono state avviate le procedure per la nomina del tutore.

«Dalle prime notizie che abbiamo ricevuto pare che adesso si trovino in condizioni dignitose, ma vigileremo. Il dottor Di Bella ci ha invitato a continuare l’azione di monitoraggio e segnalare direttamente a lui le situazioni che non funzionano», afferma Pietro Mangano, vicepresidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca). Mangano punta il dito contro il governo: dovrebbe investire nei centri di primissima accoglienza, rispettando la normativa che prevede non più di 25 ospiti, ma sta andando in tutt’altra direzione.

«Il taglio del fondo minori migranti colpirà proprio quel tipo di strutture, di competenza delle prefetture. A parte un migliaio di posti sostenuti con i soldi europei del Fami è da lì che vengono le coperture per la primissima accoglienza, una fase molto delicata per i ragazzi», continua Mangano. Il governo Meloni ha agitato per mesi una presunta «emergenza minori» che non trova riscontro nei numeri. Quelli definitivi del 2023 dicono che ne sono sbarcati 17.319, appena 3mila in più dell’anno precedente.

«Per noi è importante mostrare quanto sta accadendo su tutto il territorio nazionale rispetto all’accoglienza degli under 18 – afferma Erminia Rizzi, di Asgi – Rosolini non è un caso isolato. Dal nostro monitoraggio stanno venendo fuori molti luoghi non adeguati ad accogliere i ragazzi, che spesso sono trattenuti e non hanno il tutore». Le situazioni peggiori sono emerse in Sicilia, Calabria e Puglia. Qui prima di Natale 185 minori erano privati illegittimamente della libertà personale nell’hotspot di Taranto e 88 nel centro di Restinco, in provincia di Brindisi.