Come Milano, che funge da enclave nel Nord monocolore, anche Roma si distingue e segna una discontinuità con il resto del Paese. Complice la sindacatura di Virginia Raggi e il sestennato di Nicola Zingaretti alla Regione Lazio, nelle consultazioni europee gli elettori della Capitale hanno premiato con il 30% delle preferenze di nuovo il Pd, che si conferma il primo partito in città (il trend si era già invertito alle politiche di un anno fa, dopo la debacle seguita alla caduta del sindaco Ignazio Marino), oltre che nei municipi del centro, da sempre zoccolo duro democratico.

Ma l’idea tardiva del segretario dem di tornare «in periferia per restarci» cominciando da una sede inaugurata appena una decina di giorni fa a Casal Bruciato, uno dei quartieri teatro delle proteste razziste sobillate dai neofascisti di CasaPound, non ha sortito l’effetto desiderato. I municipi più poveri della Capitale, il V e il VI, quello di Torre Maura, Tor Bella Monaca o del quartiere “modello di integrazione” di Tor Pignattara (location del film Bangla) per intenderci – le periferie più toccate dal fenomeno delle migrazioni – hanno invece tradito il M5S e premiato la Lega, con punte del 36,7%, ben al di sopra della media nazionale.

Una buona fetta di ex elettori del M5S deve essere rimasto a casa, però, perché se a recarsi alle urne è stato solo il 48,9% degli aventi diritto (rispetto al 56,10% della media italiana, e alla media cittadina del 51,9% delle europee del 2014), il Movimento di Di Maio è crollato al 17,58%, con minime del 9% nel I e II municipio – centro storico e Parioli-San Lorenzo, là dove il Pd tocca rispettivamente il 41,28% e il 40,28% – e massime del 24,85% nel VI Municipio.
Ma nelle periferie che avevano fatto la fortuna dai candidati grillini alle comunali del 2016, i 5S si fermano sotto il 20%. In favore della Lega, evidentemente, che totalizza il 26% di media e conquista territori “di frontiera” come Ostia (con il 29,2%).

Mentre le tanto temute CasaPound e Forza nuova convincono insieme meno di 6 mila romani, i FdI della probabile prossima candidata sindaca Giorgia Meloni raggranellano l’8% e Forza Italia si ferma ad appena il 5%.

«Ai romani daremo di più. Dobbiamo fare i conti con il Pd che in centro è fortissimo. Ma è soprattutto il dato delle periferie che va analizzato bene per l’avanzata della Lega – è il commento a caldo della sindaca Virginia Raggi – Finito il tempo della semina – avrebbe detto ai suoi consiglieri – dobbiamo raccogliere puntando sulle periferie. E rimanere legati alla realtà».