L’impegno preso con Kiev risale allo scorso mese di luglio durante il vertice Nato di Vilnius. Al presidente Volodymyr Zelensky che insisteva senza successo per ché l’Ucraina entrasse subito nell’Alleanza, i leader del G7 promisero di sottoscrivere accordi bilaterali che garantissero il paese da future aggressioni di Mosca. I primi a siglare i nuovi impegni politici sono stati Francia, Germania e Regno unito, ma dopo mesi di negoziati adesso anche l’Italia ha messo a punto un accordo di cooperazione con Kiev della durata di 10 anni basato principalmente sulla sicurezza.

«L’assistenza che prospettiamo riguarda il rafforzamento delle attività già in corso, inclusa la lotta alle minacce ibride, con particolare attenzione alla dimensione cyber – ha spiegato ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo davanti alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato – , ma vengono assicurate anche l’assistenza in campo economico, l’impegno per la ricostruzione di Odessa, a partire dalla sua cattedrale, il sosteno umanitario e la protezione ai civili, nonché la tutela delle infrastrutture idriche ed energetiche». Per il 2025 è prevista in Italia inoltre una conferenza per la ricostruzione in Ucraina, mentre ieri anche la Danimarca ha annunciato di aver firmato con Kiev un analogo accordo insieme all’invio del quindicesimo pacchetto di armi.

Tajani ha anche assicurato un passaggio parlamentare dell’intesa sulla sicurezza nella quale, ha detto, «non sono previste garanzie automatiche di sostegno politico o militare». Un coinvolgimento, quello del parlamento, che dovrebbe avvenire una volta reso pubblico l’accordo. Resta da vedere quando questo avverrà. Nonostante il ruolo determinante avuto nella vicenda dalla Farnesina, l’intera partita è stata gestita direttamente da palazzo Chigi e non è escluso quindi che la firma dell’accordo tra Giorgia Meloni e Zelensky possa avvenire con il viaggio che la premier potrebbe fare in Ucraina probabilmente in occasione del secondo anniversario dall’inizio della guerra. Sembra invece certo che tra i contenuti dell’intesa ci sia anche l’impegno dell’Italia a intervenire – in caso di una futura aggressione russa – «entro 24 ore» per fornire aiuti militari ed economici a Kiev.

L’attivismo italiano ed europeo sull’Ucraina ha provocato l’irritazione della Russia. Dopo le comunicazioni di Tajani in parlamento, il capo della commissione affari internazionali della Duma Leonid Slutsky ha affermato che l’accordo di sicurezza con l’Ucraina, in quanto «non giuridicamente vincolante», non sarebbe altro che «un calcolo a fini propagandistici». E lo stesso vale per le «intese firmate da Kiev con Berlino, Londra e Parigi», ha aggiunto.