Resta? Se ne va? La ridda di voci che ormai insegue Amadeus ad ogni sua uscita dopo la conclusione del suo «quinquennio» sanremese fatto di ascolti record, raccolte pubblicitarie alle stelle e discografici disperati per il suo «no» a un sesto anno di direzione artistica del festival, avrà presto la sua conclusione. E tutto lascia pensare che la direzione intrapresa dallo showman milanese sia quella dell’addio alla Rai, attratto dalle lusinghe del gruppo Discovery, seguendo le orme di Fabio Fazio approdato su La9 con tutto il gruppo di Che tempo che fa.

Amadeus lascerebbe la Rai – a confermarlo perfino Fiorello che ieri mattina durante la sua striscia mattutina su Rai2 ha annunciato – scherzando ma non troppo – che l’amico/sodale sia in procinto di «traslocare». La vicenda – secondo la ricostruzione e le indiscrezioni apparse sul Corriere della Sera – parla di pressioni ricevute dall’esterno per «piazzare» artisti cantanti e ospiti durante l’ultimo festival, ricevendo un «secco» no da parte di Amadeus. Indiscrezioni che in una nota inviata ieri alle agenzie, l’amministrore delegato Rodi viale Mazzini, Robeto Sergio ha definito «una infinità di false notizie». L’unica cosa certa – al momento – è l’appuntamento di Amadeus fissato per martedì con i vertici della Rai.

SEMPRE il Corriere aggiunge ulteriori dettagli legati alla volontà del conduttore di costituire una società di produzione propria con la quale produrre dei format da vendere alle tv. Un modello, uguale a quello che aveva Fazio, che però ormai in Rai non è più applicabile, visto che, con le nuove regole, chi produce non può condurre. Sulla vicenda è intervenuto in una nota anche l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai: «Una perdita che potrebbe avere gravi ripercussioni sugli ascolti ed anche sui conti dell’azienda (…). . Un probabile passaggio a una rete concorrente – purtroppo non il primo – che non può non preoccupare, riconducibile ad un vertice (…) La Rai a guida Sergio – Rossi è attenta solo alle sollecitazioni della maggioranza di governo e dei partiti in genere. Tace di fronte a norme sulla par condicio, che rischiano di far fuggire altri telespettatori, e investe su costosissimi programmi flop».