«L’umanità è a un solo malinteso, a un solo errore di calcolo dall’annientamento nucleare». Con queste durissime parole Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, ha concluso ieri il suo intervento a una conferenza sul trattato nucleare delle Nazioni Unite.

Nel giorno della visita di Nancy Pelosi a Taiwan, Guterres ha anche affermato che «le tensioni geopolitiche stanno raggiungendo nuovi massimi» e che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le crisi in Medio Oriente e nella penisola coreana «stanno incancrenendo» la minaccia nucleare in alcune aree del mondo. Del resto, la crisi climatica, la recente pandemia di Covid-19 e l’impoverimento di larghe parti del pianeta starebbe aumentando significativamente il rischio dell’utilizzo degli ordigni atomici.

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Eppure, un giorno prima, il presidente russo Vladimir Putin era sembrato stranamente pacifista dichiarando l’impraticabilità di un conflitto atomico. «Partiamo dal fatto che non ci possono essere vincitori in una guerra nucleare» ha detto Putin, «e che questa non dovrebbe mai essere scatenata; [noi russi, ndr] siamo a favore di una sicurezza uguale e indivisibile per tutti i membri della comunità mondiale».

Non gli hanno dato credito gli Usa, che sempre lunedì hanno accusato la Russia di usare le centrali atomiche come «scudo nucleare» e di posizionare le proprie truppe nei pressi degli impianti per tenerle “al sicuro” dagli attacchi di Kiev. Tuttavia, come affermano diverse organizzazioni internazionali, in caso di danni alle grandi centrali ucraine, la responsabilità sarebbe di tutti e i danni di proporzioni immani.