I sindacato Ugl e AssoDelivery, l’associazione che rappresenta le piattaforme digitali della consegna del cibo a domicilio Deliveroo Glovo Just Eat Social Food e Uber Eats hanno firmato un documento che definiscono un «contratto collettivo nazionale di lavoro». Il testo prevede, tra l’altro, un compenso minimo pari a 10 euro in base al tempo per svolgere ogni consegna; incentivo orario di 7 euro, anche nel caso di assenza di proposte di lavoro, per i primi 4 mesi dall’apertura del servizio presso una nuova città; sistema premiale pari a 600 euro ogni 2 mila consegne; la sostituzione di casco e indumenti ogni 1500 e 4000 consegne; coperture assicurative contro gli infortuni (Inail) e per danni contro terzi.

L’intesa ha rotto il faticoso percorso che ha portato a un tavolo di contrattazione con il ministero del lavoro, i sindacati confederali e i lavoratori autorganizzati «Rider per i diritti» e a un parziale riconoscimento dei diritti dei ciclofattorini in una legge che impone alle parti di definire un contratto, pena l’intervento del governo. Le reazioni da parte dei sindacati contro questa intesa annunciano nuovi conflitti nel settore delle consegne a domicilio in moto e in bici.

«È stato firmato un accordo pirata con un sindacato di comodo – sostengono i lavoratori autorganizzati di Deliverance Milano, Riders Union Bologna, Riders Union Roma riuniti in «RiderXidiritti» – il pagamento per ogni “ora lavorata”, il che significa che la retribuzione viene riconosciuta solo per la durata del tempo di consegna, mantenendo in pratica il pagamento a cottimo. Obiettivo esplicito è dunque quello di svuotare la figura del rider come collaboratore etero-organizzato, spogliandolo delle tutele che gli erano riconosciute. Torneremo presto a mobilitarci contro questa operazione di sabotaggio costruita ad arte contro le recenti conquiste ottenute dai lavoratori».

«Intesa illegittima, siamo pronti al ricorso» annuncia il sindacato Uiltucs.«Assodelivery con le sue associate non hanno mai voluto riconoscere il contratto collettivo della logistica per i riders, sottoscritto dalle nostre categorie di riferimento nel 2018, che individua diritti e tutele molto più vantaggiosi per i lavoratori – sostengono Cgil, Cisl e Uil – Al tavolo ministeriale era stata data disponibilità a cogliere specificità e le necessarie flessibilità a questo settore, anche attraverso eventuali percorsi di armonizzazione condivisi. Questa è una finta operazione di miglioramento delle condizioni di lavoro dei rider. Il testo riconduce al cottimo l’attività di queste lavoratrici e lavoratori, anche riguardo la fornitura dei dispositivi di protezione individuale. A questi lavoratori non verranno retribuite malattia, tredicesima, ferie e la maternità; potranno essere licenziati e quando avranno raggiunto il tetto retributivo massimo per le collaborazioni occasionali (5 mila euro annui). Scegliere un interlocutore di comodo è un errore. Chiediamo al Ministero del lavoro da che parte stare». ro. ci.