Trasgressiva e vulcanica come sempre, Donatella Rettore torna in gara a Sanremo, insieme a Ditonellapiaga, a ben 28 anni di distanza dalla ballad rock Di notte specialmente. La coppia esplosiva presenta stasera il brano Chimica e con Rettore, abbiamo fatto il punto su questo incontro fra generazioni, alla luce anche della partecipazione lo scorso anno, nella serata delle cover, insieme al duo queer pop La Rappresentante di Lista. «Margherita (vero nome di Ditonellapiaga, ndr) fa parte delle Generazione Z e questo non vuol dire solo contaminarsi di tanti generi musicali. È eclettica, si è laureata al Dams con una tesi sul teatro e io ho mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo nel 1969 con la Nuova Compagnia di Canto Popolare quando non avevo nemmeno 14 anni. La generazione di Ditonellapiaga, come del resto quella di La Rappresentante di Lista, è schierata sul fronte dei diritti civili, dell’ambiente, del diritto all’amore senza questioni di gender, le stesse tematiche per le quali si lottava nel 77. Purtroppo, noi donne siamo sempre in difficoltà, anche dopo decenni, nel poter dire certe cose. Questo è un fardello che ci portiamo dietro da anni e speriamo di buttare giù questo muro e ottenere la parità di genere. La nostra canzone è un gioco di parole e di musica. Siamo due cantautrici, veniamo da generazioni diverse, ma entrambe vogliamo lottare insieme per questo». E prosegue: «Ho sempre cantato di femminismo, politica e patriarcato nel mio periodo cantautorale poi sono passata al pop ma il mio impegno non è mai cessato. Insomma ho cambiato pelle, ho filtrato tutto attraverso l’ironia e la provocazione, flirtando con lo ska e la disco music, ma non ho mai cantato Il ballo del qua qua. Purtroppo in tutti questi anni non è successo niente anzi, stiamo andando indietro».

IN PRIMAVERA uscirà il nuovo album, doppio, di Rettore e, come ci confida, i pezzi nuovi sono da un lato la chiusura di un cerchio, dall’altro segnano il ritorno della Rettore del 77. La stessa che a Sanremo presentava un brano, Oh Carmela, intitolato come un celebre canto antifascista spagnolo. «Ci saranno, come si diceva una volta, canzoni di protesta: e un messaggio per me fondamentale: buttiamo giù i muri, costruiamo ponti».

L’ALBUM, come ormai accade da più di quarant’anni, è stato scritto da Rettore in complicità con Claudio Rego, marito, musicista e compositore di tutti i suoi storici brani «All’inizio scrivevo delle poesie lunghissime. Claudio prendeva quello che serviva e faceva la canzone. Oggi lavoriamo insieme come un cantautore unico, nasce tutto da un’idea e poi dal nostro relazionarsi. Quando scriviamo credo ci sia una mano che guida la sua e una che guida la mia. Lui mi ha incanalata, mi ha aiutata a dare un senso alle mie parole e in ogni nostra canzone c’è sempre qualcosa di nascosto di cui ci si accorge al secondo, terzo ascolto. Nel nuovo disco, Claudio ha anche scritto un brano con Enrico Ruggeri. Una canzone bellissima di grande cantautorato che mi rappresenta al mille per mille. Con Enrico ci siamo conosciuti nel 1979 e da allora ci siamo sempre, alternativamente, amati e scazzati ma soltanto un grande cantautore come lui mi poteva descrivere così».