Il governo ha rifiutato di mettere nero su bianco che nei centri in Albania non saranno trasportati i migranti vulnerabili, categoria in cui rientrano donne, minori e persone fragili a vario titolo.

Ieri il Pd aveva presentato alla Camera tre emendamenti al ddl di ratifica del protocollo Roma-Tirana per la costruzione di centri di trattenimento in territorio albanese. Le proposte di modifica dell’opposizione andavano nella direzione di quanto dichiarato dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli (FdI) durante l’esame del provvedimento in commissione: tutti i vulnerabili andranno in Italia.

Ma si sa: verba volant, scripta manent. Così i relatori di maggioranza hanno dato parere negativo, anche ad accantonare l’emendamento. «Vogliamo mantenere un testo snello», si è giustificato Cirielli a nome dell’esecutivo. Motivazione che non ha convinto le opposizioni.

Su quello specifico emendamento si è acceso il dibattito, ma sono stati respinti, insieme alle pregiudiziali di costituzionalità e merito, anche tutti gli altri. A fine giornata ne sono stati votati meno della metà, grazie all’ostruzionismo delle opposizioni.

No all’ingresso delle organizzazioni internazionali nei centri, come chiesto dal segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. No anche al voto parlamentare per il rinnovo dopo cinque anni, emendamento presentato da Azione. Per il M5S il governo fa campagna elettorale a spese degli italiani. Riccardo Magi (+Europa) giudica l’intesa «un castello di carta fuori dal diritto».

La discussione parlamentare ricomincia oggi alle 9.30 con gli emendamenti mancanti. Poi ci sarà il voto finale sul testo, prima del passaggio al Senato.

Intanto oggi a Tirana è prevista la seconda udienza della Corte costituzionale albanese sul ricorso contro il protocollo presentato dalle opposizioni. La decisione deve arrivare entro il 6 marzo.