Mezzo milione di migranti irregolari , destinati a diventare quasi 700 mila fin dall’anno prossimo. Persone che vivono da anni in Italia, Paese nel quale lavorano, pagano l’affitto di casa, mandano i figli a scuola ma nel quale si muovono senza possedere un permesso di soggiorno e pertanto considerate «illegali». Ma che potrebbero trasformarsi in una risorsa preziosa. Regolarizzarne almeno una parte porterebbe infatti nelle casse dello Stato un miliardo di euro l’anno, molto più di un tesoretto se si tiene conto anche dei risvolti positivi in termini di maggiore sicurezza sociale che comporterebbe la loro uscita dal «nero».

La richiesta di una nuova regolarizzazione è stata presentata ieri dalla rete «Ero straniero» (Radicali italiani, Fondazione casa della Carità «Angelo Abriani», Acli, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cnca, A buon diritto, Cild, Oxfam Italia, ActionAid Italia, Legambiente Onlus, Ascs, Fcei, più diversi sindaci) che ha illustrato un emendamento da presentare alla legge di bilancio per favorire l’emersione di centinaia di migliaia di persone oggi costrette nella clandestinità. «Chi non ha il coraggio politico di governare il fenomeno dell’immigrazione è destinato a subirne la versione strumentale e propagandistica», ha spiegato il deputato di +Europa Riccardo Magi, che non ha nascosto la speranza che l’emendamento possa trovare in parlamento un consenso trasversale.

L’emendamento marcia nella stessa direzione del disegno di legge di iniziativa popolare promosso nel 2017 sempre da «Ero straniero» per la modifica della legge Bossi-Fini sull’immigrazione e che ha raccolto più di 90 mila firme. Il testo si trova in commissione Affari costituzionali della Camera dove nei prossimi giorni cominceranno le prime audizioni, come ha annunciato il suo presidente, il grillino Giuseppe Brescia. «Promuovere l’immigrazione regolare, in raccordo con i settori produttivi del Paese, – ha detto ieri Brescia – deve essere una risposta strutturale per contrastare illegalità e lavoro nero. Noi diciamo no alle sanatorie del passato e con queste audizioni apriamo in parlamento il cantiere per un’immigrazione capace di produrre ricchezza per lo Stato e per le nostre imprese».

La nuova legge istituisce un meccanismo permanente che, una volta approvato, consentirebbe a un immigrato in grado di dimostrare di avere un lavoro e un buon livello di integrazione di poter ricevere un permesso di soggiorno. «Diciamo no alle sanatorie del passato – ha proseguito Brescia – e con queste audizioni apriamo i parlamento il cantiere per un’immigrazione in grado di produrre ricchezza per lo Stato e per le nostre imprese».

Scontate le prime reazioni provenienti dal Carroccio: «La lega dice prima gli italiani. La sinistra e i grillini dicono prima i clandestini», è stato il commento degli ex sottosegretari all’Interno di Matteo Salvini, Stefano Candiani e Nicola Molteni.