«Colpo su colpo». È quanto aveva promesso il presidente ucraino Zelensky in risposta al massiccio attacco missilistico da parte dell’esercito di Putin di due giorni fa, il cui conteggio delle vittime è salito a 39 morti e 159 feriti (con circa 120 località colpite, secondo le autorità di Kiev). E infatti ecco che ieri la città russa di Belgorod, al confine con l’oblast di Karkhiv, è stata colpita da un bombardamento quasi altrettanto massiccio in termini di conseguenze: 14 morti e 108 feriti, stando ai dati forniti da un portavoce del ministero dei Servizi d’emergenza alla Tass. Le esplosioni sono avvenute in centro e a quanto pare hanno coinvolto soprattutto, se non esclusivamente civili: le immagini reperibili in rete mostrano colonne di fumo in mezzo agli edifici residenziali e automobili in fiamme.

LE AUTORITÀ di Mosca hanno affermato che «il crimine non resterà impunito», dichiarando inoltre che l’attacco sarebbe avvenuto attraverso bombe a grappolo (il rifornimento di queste munizioni all’Ucraina da parte degli alleati occidentali era stato approvato lo scorso luglio) e chiedendo una riunione d’emergenza al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite per discutere la questione.

Al momento nessuna reazione da parte di Kiev, che neanche smentisce: è probabile che alcuni dei danni a Belgorod siano stati provocati dalla contraerea russa, comunque impiegata per fermare un attacco indirizzato su aree civili. La tempistica, inoltre, fa chiaramente pensare a una rappresaglia per il massacro su larga scala avvenuto sul territorio ucraino venerdì. In ogni caso, mentre a terra si prolunga l’instabile stallo delle ultime settimane, la guerra nei cieli pare intensificarsi con l’approssimarsi della fine dell’anno. Mosca riferisce infatti di altri due morti in uno scambio di fuoco d’artiglieria al confine e anche dell’abbattimento di 32 droni ucraini in diverse regioni del paese. Dall’altro lato del fronte, pure, le forze armate di Kiev hanno parlato di una decina di droni russi entrati in azione mentre si sono verificati bombardamenti ed esplosioni con alcune vittime a Kherson, nell’oblast di Chernihiv, a Kharkov, Dnipropetrovsk e Odessa.

COMMENTANDO i recenti sviluppi, l’Institute for the Study of War – centro statunitense di analisi militare – ha scritto che «la Russia continuerà a condurre campagne missilistiche contro l’Ucraina, con l’obiettivo di fiaccare il morale dell’avversario e la capacità di quest’ultimo di sostenere lo sforzo bellico». Stando anche alle dichiarazioni dello stesso comandante ucraino Valerij Zaluzhny, infatti, la strategia dell’esercito di Putin sembra essere quella di colpire edifici residenziali, infrastrutture legate al trasporto e siti industriali – con una sovrapposizione appunto fra obiettivi civili e logistici, allo scopo di deteriorare il potenziale operativo e la coesione del paese. Questi attacchi probabilmente si intensificheranno con la fine dell’anno, prosegue l’Isw, ma le riserve accumulate finora e il livello di produzione non dovrebbero consentire alla Russia di condurre una campagna missilistica in maniera sostenuta.

INTANTO, nonostante lo stallo, si continua a morire anche nelle trincee. Alcuni report dell’intelligence ucraina e britannica indicano che nell’ultimo anno fra le fila dell’esercito di Putin ci sarebbero state perdite ingenti, dal momento che l’esercito è diventato via via sempre meno professionale. Secondo il canale d’informazione indipendente russo Mediazona, inoltre, sono esponenzialmente aumentati i processi per abbandono di caserme e campi militari, diserzione e disobbedienze agli ordini (5024 casi nel 2023 contro i 1001 del 2022).