Il mondo ci guarda. L’orrore del 29 luglio a Civitanova Marche ha fatto il giro dei media in tutti i continenti. Una risonanza inusuale, non tanto legata al fatto che un cittadino africano in condizione di inferiorità economica – e fisica – sia stato ucciso: è già successo tante volte, in Italia e altrove.

L’elemento eclatante è stato il mancato intervento fisico da parte dei numerosi presenti per fermare l’aggressore: eppure era solo, a terra avvinghiato alla vittima, non armato, in pieno giorno, per quattro lunghissimi minuti. È del tutto improprio evocare, a mo’ di scusa, l’assassinio di Willy Monteiro che, nel 2020 a Colleferro, aveva provato a difendere un amico: lì il giovane aveva di fronte un intero branco di esperti di arti marziali.

Fin dai titoli, negli articoli corredati da immagini e video viene sottolineata l’ignavia dei presenti, insieme alla nazionalità della vittima. Si richiama poi lo choc generale provocato in Italia.

Un articolo su The Republic, media della Nigeria, riporta fin dal titolo le parole di Charity, vedova della vittima: «Perché nessuno lo ha aiutato? Erano tanti lì intorno…». Su Togoweb, la corrispondente dall’Italia Anne Le Nir è dura: «Un nigeriano ucciso freddamente in Italia, in una strada centrale, e i badauds – curiosi, ndr – hanno filmato la scena senza cercare di bloccare l’aggressore (…); i fiori e i messaggi che ne sono seguiti sembrano un po’ ipocriti…». Dalla Costa d’Avorio, Intellivoire.net sottolinea che la non azione dei presenti ha suscitato indignazione e proteste.

Africanews mostra il video della lunga agonia, sottolineando che «è stato girato in una strada molto frequentata». News Ghana si chiede: «La nazionalità della vittima ha avuto il suo peso nel mancato intervento?», riportando le parole di due analisti secondo i quali il fatto del 29 luglio rivelerebbe un «razzismo strutturale». Più morbido l’organo di informazione della Commissione della Diaspora nigeriana: «L’omicidio è avvenuto in una strada trafficata, di fronte a testimoni scioccati, alcuni dei quali hanno girato video, senza tentare davvero di prevenire l’esito fatale».

L’Indian Express parla di «pestaggio mortale di un ambulante nigeriano in una strada cittadina mentre i presenti filmavano senza tentare di intervenire fisicamente». Il sito iraniano HamShahri (Concittadino) evoca le «molte reazioni suscitate dal brutale omicidio in una strada trafficata della città costiera».

A Cuba, Radio Reloj ha dato subito la notizia, poi approfondita da Granma, come dalla venezuelana Telesur: «L’assassinio di Alika Ogorchukwu, in pieno giorno e con numerosi testimoni non intervenuti direttamente, provoca indignazione in Italia». Tono analogo da parte di diversi altri media latinoamericani, per esempio l’argentino El diario, il brasiliano Folha de S. Paulo, il peruviano El comercio («Commozione in Italia per l’assassinio di un venditore nigeriano en plena calle, nessuno è intervenuto…», La semana della Colombia («scabroso omicidio»).

Il francese Le Figaro: «Viva emozione in Italia dopo la morte di un nigeriano percosso per strada sotto gli occhi di passanti rimasti immobili». La Cnn riferisce che «il pestaggio mortale di un nigeriano davanti a spettatori inerti ha rinnovato la discussione sul razzismo alla vigilia delle elezioni». Esplicito il New York Times: «Il fatto ha scioccato sia per la brutalità che per l’indifferenza di chi guardava». E così via.