Il titolo, e il senso profondo, del lungo viaggio di Agus Morales tra i dannati della terra che scappano per sfuggire alla loro sorte lo fornisce un sessantenne di Aleppo, «capitale economica della Siria». «Io non sono rifugiato», dice al giornalista nel porto di Mitilene, sull’isola greca di Lesbo. Fino a qualche giorno prima era un imprenditore, titolare di una fabbrica di quel sapone di Aleppo che, prodotto altrove, non è mai mancato dagli scaffali dei supermercati neppure quando la «capitale economica della Siria» era ormai ridotta a un cumulo di macerie. Akram Jabri, questo il suo nome, non si...