Diversi analisti sono dell’avviso che alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo le destre abbiano discrete possibilità di successo. Non altrettanto prevedono per le forze politiche di ispirazione ambientalista che potrebbero non avere analoghe fortune, soprattutto a causa dei confronti serrati sul Green Deal che avrebbero fatto diminuire il consenso ai partiti ecologisti. Questo è quanto prevedono, in particolare, i sondaggisti della Ipsos che hanno realizzato questa indagine per Euronews. Secondo questa ricerca, diversi soggetti conservatori europei potrebbero ottenere addirittura oltre un quinto dei seggi complessivi. Si tratterebbe di un risultato storico; non auspicabile, ma comunque storico, se dovesse effettivamente concretizzarsi.

Detto questo, gli aspetti da considerare sono diversi, come quello dei possibili accordi. Prendiamo i due gruppi per eccellenza della destra europea: ECR e Identità e Democrazia: il primo è ritenuto meno estremista del secondo del quale fanno parte la Lega di Matteo Salvini e il Rassemblement National di Marine Le Pen. Il primo, come si diceva, è considerato meno estremista, ma occorre tenere conto del fatto che ha al suo interno partiti come il polacco PiS (Diritto e Giustizia), attualmente all’opposizione, e lo spagnolo Vox, verso i quali il PPE nutre poca simpatia.

Trattando di destre europee non possiamo fare a meno di occuparci del Fidesz di Viktor Orbán, partito che è al governo ininterrottamente da ormai quattordici anni, con Viktor sempre nel ruolo di primo ministro. Due anni fa questa forza politica ha di nuovo vinto in modo netto alle elezioni legislative staccando di diverse lunghezze l’alleanza formata dall’opposizione. Il Fidesz non fa più parte del PPE dal marzo del 2021; il divorzio è avvenuto per incompatibilità che col tempo erano divenute sempre più insostenibili per entrambi. Ora il partito del leader ungherese si appresta ad aderire all’ECR, tanto per far storcere ulteriormente il naso ai popolari; e in questo modo, secondo diversi esperti, potrebbe entrare a far parte di un’ipotetica maggioranza, altra cosa che piacerebbe assai poco al PPE.

Il partito di governo ungherese procede verso il voto europeo ostentando sicurezza. È reduce da due situazioni scottanti: la prima relativa alle dimissioni della ormai ex presidente Katalin Novák, dovute a episodi di pedofilia, tenuti a lungo nascosti, che hanno portato all’uscita di scena anche della ex ministra della Giustizia Judit Varga.

La seconda, riguardante uno scenario tuttora in atto, ha a che vedere con accuse di corruzione nei confronti del governo con tanto di registrazioni audio nelle quali si sente proprio la voce di Varga. Tornando alle europee, c’è da ricordare che, nel giugno del 2023, quest’ultima si era dimessa da ministra per guidare la campagna elettorale del Fidesz; impegno che ha dovuto abbandonare, nel febbraio di quest’anno, per lo scandalo di pedofilia. Il suo posto è stato preso da Tamás Deutsch, ministro della Gioventù e dello Sport nel primo governo Orbán e, attualmente, capogruppo del Fidesz al Parlamento europeo.

La Polonia ha votato in autunno per il rinnovo dell’Assemblea nazionale, l’anno prossimo avrà il suo da fare con le presidenziali, ora va verso le europee che l’attuale premier Tusk vede come una possibilità di rinsaldare la posizione delle forze di governo che cercano di ricucire il rapporto tra Varsavia e Bruxelles dopo otto anni di governo del PiS.

Al momento i sondaggi vedono favorita Coalizione Civica, seguono il PiS a quota 25%, la Terza via, i cui deputati aderiscono al PPE e a Renew Europe, la Sinistra che in Europa è presente con i Socialisti e democratici, e l’estrema destra di Confederazione che milita in Identità e Democrazia.

Le destre nazionaliste si preparano al test di giugno per affermare il loro modello di Europa con parole d’ordine quali “sovranismo” e identità, termine, quest’ultimo, abusato ma che a quanto pare non ha esaurito il suo potere di influenzare elettori che temono per le sorti della loro Europa cristiana. Le manipolazioni in questo campo abbondano da tempo.